Il romanzo, scritto da Joël Dicker e diventato poi anche una
mini serie televisiva, narra la storia di Harry Quebert, docente universitario
che vive nella gloria che un romanzo scritto anni prima gli ha dato. Harry vive
ad Aurora in una splendida villa affacciata sull’Oceano Atlantico dove andrà a
soggiornare anche il suo alunno prediletto, Marcus Goldman, sperando che il
mare e la pace di quel posto possano ispirarlo. Presto però, l’insegnante resta
coinvolto nell’indagine su un caso restato la lungo senza soluzione: nella sua
proprietà viene ritrovato il corpo della giovanissima Nola Kellergan, scomparsa
in circostanze misteriose nell’estate del 1975 e con la quale lo scrittore
aveva intrattenuto una relazione durante il medesimo anno. L’unico che pensa che
Harry sia innocente è proprio Marcus, che cerca in tutti i modi di
trovare delle prove per scagionarlo.
La particolarità di questo romanzo è l’attenta descrizione
di ogni minimo particolare e di ogni personaggio, lasciando però spazio
all’immaginazione del lettore. In 750 pagine abbondanti l’autore tiene sempre
alta la tensione con colpi di scena che cambiano il punto di vista sulle
vicende e sui personaggi.
La storia d’amore tra Harry e Nola, rievocata durante il
romanzo e anche durante la serie televisiva attraverso flashback, è
abbastanza stucchevole e mielosa. Raccontare una storia d’amore tra una
quindicenne e un trentenne è complicato e pone un sacco di questioni (in
particolare perché ambientato durante gli anni ‘70) e Dicker decide di narrarla
con i toni adolescenziali della ragazza.
L’unico punto a sfavore, secondo me, sono i dialoghi, alcuni
troppo progettati e stereotipati.
In generale è un ottimo libro, scorrevole, ricco di colpi di
scena che catturano l’attenzione del lettore, e con un finale inaspettato e per
nulla banale.

Francesca, ma tu hai letto il romanzo e visto anche la serie? Hai notato differenze tra le due forme di racconto della storia?
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