lunedì 28 aprile 2025

“SUL MARMO DI FAUSTINO NOVARA PARTIGIANO.”



“SUL MARMO DI FAUSTINO NOVARA PARTIGIANO.”







Baldichieri d’Asti                                                                                                 25 Aprile 2025


Portavi addosso solo qualche straccio

E le tue poche e fredde primavere;

Quando incontrasti il breve salto e il laccio,

Quando lasciasti noi contar le sere.


Faustìn, eri la nostra stessa terra

Con noi i medesimi inni alzavi al cielo,

Seppi le stesse vigne, e anche la guerra

Ma rimanesti solo a quel tuo gelo.


Nella stessa terra aspra ti nascosero,

Credendo di negarti il nostro pianto;

Neppur la croce lignëa ti posero

Per timor delle lire e il loro canto.


Non sanno le colline, il camposanto 

Pagano sotto l’Orsa e i sette Cervi,

Fratelli nostri e di noi tutti vanto.

Non sanno il sangue per non esser servi.


Faustìn fratello nostro, parla ai monti,

Alle radici: dove il ferro tace.

Ricorda il tuo guardo alto agli orizzonti

Rossi di sangue, dove anche il tuo giace.


“Pace” par dire il tuo volto ormai muto,

Dal marmo stanco delle notti vuote,

Posto là, dove un tempo sei caduto,

Dove il ricordo tuo ancora ci scuote.


Partigiano Faustìn, la terra nostra

Ci renderà un giorno le tue membra

E questa volta, ne faremo mostra

Come la lotta che già le rimembra.


APPESE PIU’ NON AVREMO LE CETRE

AL VENTO E ALLE FRONDE DEI SALICI.


[M.M.C]




La prima forma che questa introduzione desidera assumere ha una necessità quantomeno pratica: rendere nota la figura di Faustino Novara. Partigiano originario di Cisterna intercettato alla stazione di Baldichieri d’Asti, “Faustin” troverà la morte per impiccagione a 28 anni appena. La sua esecuzione, alla quale assistette l’intero paese (che scampò alle fiamme della rappresaglia nazifascista solo grazie all’intercessione del Vescovo Mons. Umberto Rossi), fu la risposta da parte delle forze occupanti tedesche alle numerose azioni partigiane che accendevano il territorio astigiano. Testimoniano ciò anche le modalità brutali con cui è avvenuto il tutto e il fatto che il corpo non conobbe la pace della terra, poiché rimase appeso come monito per gli altri patrioti partigiani, lungo la via maestra che segna questo piccolo paese, per almeno tre giorni. Proprio in quel nefasto luogo, sorge oggi un altro simbolo, un'effige che commemora e ricorda l’uomo e il motivo della sua lotta: un marmo che anche all’aria greve di un crocevia tra Torino e Asti testimonia silenzioso un ideale mai domo. 

E qui giunge il secondo motivo di questa introduzione, il secondo snodo, la “questione privata”. Si trova oggi di fronte alla lapide di “Faustìn”, una piccola libreria circolare, motivo di pellegrinaggio pagano per coloro che, come il sottoscritto, sono sempre tesi nella ricerca di testi che conobbero altre mani e altri tempi. Incalzato dai tramonti, da sempre mi capita di soffermarmi su quel marmo, sulle incisioni sommessamente tinte di vernice rossa e sul viso ormai disteso di Faustino. “E mi sorprendevo a misurarmi su di lui” perché, a ben vedere, le sue 28 primavere sono poche più delle mie, ed è la medesima la terra che condividiamo nelle ossa e sotto i piedi; ma le mie mani non conobbero quelle stesse responsabilità. Ignoro se questo sia considerabile un gesto di ricordo o più semplicemente un atto che ho sentito dovuto. Nell’unica modalità che ho saputo possibile, ho tentato di realizzare qualcosa che potesse accompagnare il marmo dove riposa la memoria del “nostro” Faustino. Non ho la pretesa di sostituirmi all'effige che per sempre, anche dopo la sua decaduta materica, conserverà il ricordo della lotta partigiana di questo nostro conterraneo, ma nutro la speranza di rinnovare e spandere come fossi una staffetta il suo messaggio. 

In ultima istanza sottolineo come le informazioni storiche a cui faccio riferimento sono tratte dal testo: “Baldichieri e il suo passato” F. Robino, 2017, edito grazie all'impegno del Comune di Baldichieri e del Comitato Palio di Baldichieri . Si tratta di un’opera  preziosa per il mantenimento della memoria storica e della conservazione di questo “mito genuino”, perché la potenza più grande che può assumere Faustino sta tutta nel rapporto che ognuno di noi costruirà con il suo Ideale. 

Con sobrietà, a te Faustino.






Michele Maria Carelli.






martedì 11 marzo 2025

I PENSIERI di una RIVOLUZIONARIA: INTERVISTA ad EMMA BONINO

Donna politica italiana. Membro del Partito radicale dal 1975, più volte deputato al Parlamento europeo e commissario europeo, è stata nell’ultimo quarantennio un’importante attivista in varie campagne civili e umanitarie. Emma Bonino è stata due volte ministro, senatrice e vicepresidente del Senato dal 2008 al 2013. È stata ministro degli Esteri del governo Letta. Nel 2015 le hanno conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. ______________________________________________________________________________ Sviluppando ricerche sulla pena di morte, le dittature e la censura, quattro studenti della 1ªA del nostro Liceo hanno contattato l’on. Emma Bonino per proporle una intervista su questi importanti temi. Emma Bonino ha accettato di buon grado e ha risposto ai sei quesiti qui riportati: 

D. Onorevole Emma Bonino come si è avvicinata al tema della pena di morte? 

E.B. «Il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, voluto da Marco Pannella, si è sin dalla sua nascita occupato dell'abolizione della pena di morte. Fino alla costituzione, nel 1993, tra quella che venne definita “galassia radicale”, dell'Associazione Nessuno Tocchi Caino, che per suo stesso statuto si è sempre dedicata a questa tematica. Fino ad arrivare, dopo 13 anni di battaglie cocciute, determinate e difficili, fatte anche di tante sconfitte, a una conquista tutta radicale - quando ero Ministro del Commercio internazionale e delle Politiche europee - concretizzata con l’approvazione della risoluzione per la moratoria della pena di morte da parte del Terzo Comitato dell'Assemblea Onu. Era il novembre 2007 e all'Italia veniva consegnato anche il merito di essere il paese della moratoria della pena di morte.» 

D. Intravede in futuro la possibilità di un'abolizione universale della pena di morte? 

E.B. «Non facciamo i marziani! Certamente sarebbe auspicabile che la pena di morte fosse abolita in tutto il mondo, partendo proprio dalla moratoria di cui parlavo, ma non ci sono i presupposti tali per cui possa realizzarsi un'abolizione totale ovunque, almeno non nel prossimo futuro.» 

D. Restando su questo tema cosa cambierebbe presupponendo che lei avesse il potere di farlo? 

E.B. «Avere il potere? Ammesso che possa esistere un potere che possa essere tale da decidere per tutto il globo, il che mi fa accapponare la pelle al solo pensiero, vorrei che venisse applicata ovunque la moratoria e che le esecuzioni capitali non venissero più comminate.» 

D. Passando al tema della censura, quanto è importante la libertà di espressione, anche tra le diverse classi sociali di una nazione?

E.B. «E' sacrosanta. La libertà di espressione, la libertà di associazione, di stampa, credo, orientamento sessuale, ecc.. Io sono convinta che occorrano delle regole per tutti ma che poi sulle scelte di vita, financo sul come morire, debba essere l'individuo a scegliere. Fino a quando in questo Paese vigerà la convinzione che se alcune cose non vanno a genio alla classe politica di maggioranza non si possono fare, di fatto verrà sempre più minata la libertà di scelta individuale. Sembrava fossero stati fatti molti passi avanti negli anni Settanta e Ottanta con il divorzio, l'aborto, l'obiezione di coscienza, la riforma del codice di famiglia, con l'abolizione del delitto d'onore. Ora mi sembra si sia tornati indietro: basti pensare alle sterili polemiche sulla libertà di poter scegliere se abortire, la GPA (o maternità surrogata) e tutto quello che questo Governo sta mettendo in piedi in termini di limitazione della libertà individuale.» 

D. On. Bonino, non possiamo non chiederLe il suo personale parere riguardo alla questione palestinese, o meglio la sua posizione sulla guerra in corso in Medio Oriente.
 
 E.B. «L'attacco terroristico di Hamas oramai più di un anno fa a Israele   ovviamente è da condannare. D'altro canto, prima ancora che arrivasse   una condannadell'allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, mi ero  subito espressa ammonendo sulla sproporzione della reazione di   Netanyahu nella Striscia di Gaza. Ora siamo alla follia, non solo con   l'attacco al Libano, ma financo alle basi Unifil. Serve ancora ogni sforzo  diplomatico e serve riconoscere che, specie da chi si definisce democrazia come Israele, la violazione dei Trattati internazionali e dei diritti umani è da condannare, lo dico da sincera amica di Israele.» 

D. Per concludere, tornando al tema delle battaglie sociali che Lei combatte in prima linea, c’è ancora molto da lavorare sulla questione del totale controllo delle libertà delle donne da parte degli uomini che è ancora presente in certi stati. 

E.B. «Ripeto. Stiamo tornando indietro. Prima della pandemia l'ONU diceva che si sarebbe raggiunta la piena parità di genere a livello mondiale entro il 2050. Subito dopo, con quanto accaduto in Afghanistan, Iran, guerra in Ucraina, ora nella Striscia di Gaza, la stima è che ci vorranno ancora 300 anni. Questo perché la democrazia e i diritti non sono dati una volta per tutte. E' come andare in bicicletta. O pedali oppure cadi. Ecco, i diritti e la democrazia, anche se imperfetta, vanno tutelati, fatti crescere e sospinti sempre.» 

 Noi studenti ringraziamo ancora una volta l’on. Emma Bonino per la sua gentilezza, disponibilità e sincerità nel rispondere alle domande che abbiamo formulato. Sfortunatamente, dopo la nostra intervista, Emma Bonino è entrata in terapia intensiva a causa di problemi respiratori. Lieti di aver appreso la recentissima notizia delle dimissioni ospedaliere le auguriamo pronta guarigione e una campagna referendaria di successo. 

Liceo Scientifico F. Vercelli, Asti, 4/11/2024 Berruti Michele (1ª A) Bonavita Alice (1ª A) Platone Gaia (1ª A) Sacco Francesco (1ª A)

venerdì 13 dicembre 2024

Riflessioni a partire dalla lettura del testo: “Tutto chiede salvezza” di Daniele Mencarelli.


Quella che segue è una riflessione da individuare nel contesto della lettura del libro consigliato durante l'attività del Bookclub, ovvero “Tutto chiede salvezza” di Mencarelli. Un romanzo che indaga i temi della malattia mentale, del disagio che ne consegue e il rispettivo rapporto con il mondo esterno. Tra le tematiche che però hanno suscitato in modo più intenso il mio interesse, stimolato dall'ambiente del bookclub, è l’inadeguatezza. Entrare in contatto con un testo contemporaneo, al quale non sono abituato prettamente per la mia sensibilità, è stato costruttivo, per permettermi di riconoscere anche in opere non ancora “storicizzate” quegli elementi comuni e costanti incastonati nell’ambiente culturale odierno. Fatte queste doverose premesse, ecco il mio modesto tentativo di tracciare una continuità attingendo al mio ridotto bagaglio personale, sperando di non esprimere qualcosa di superfluo, ma con il sincero intento di esporre un tentativo di "filogenesi che ripercorre l’ontogenesi”.

A migliaia si ergono idoli e altari per giustificare un comune sentire e per illuderci di poter applicare in qualche misura una forza subordinante all’Essere.  

Avere invece la sensibilità di percepire quella sterminata sfilza di effigi e vitelli d’oro e templi e comun sangue e storie-di-martiri pagani e non, come estranea al proprio sentire; è accompagnata da un sentimento che gela il sangue e fa tremare i polsi. 
La manifestazione di ciò è l’inadeguatezza, da intendersi nel senso più profondo del termine, una condizione a priori che non può essere riscattata, e che possiede intrinsecamente infinite e illimitate sfaccettature.
Lo era, il sentire di Agostino nella Malora, quando nel vedere i ragazzi di città, invidiava le loro scarpe, i loro pantaloni lunghi e odiava quegli zoccoli che lo facevano suonare come una mucca al pascolo. Si sentiva disumanizzato. 
Lo sentiva Pin, adulto tra i bambini e bambino tra gli adulti. Entrambi trovarono un rifugio sicuro in una dimensione alta, altra, il loro “sentiero dei nidi di ragno”.
Raggiungendo così la consapevolezza che un sentimento del genere non può che avere una declinazione positiva, tutto questo dolore non può, non è e non sarà vano. E fornisce quel processo di autodeterminazione che fa scrivere a quell’uomo che fu Anguilla (ennesimo Pin, ennesimo Agostino): “Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo.”

Carelli Michele Maria, V A.

martedì 3 dicembre 2024

Social & Fake News

Cosa sono i social?   

Siti Web e applicazioni che si concentrano sulla comunicazione e si basano sui concetti di comunità, interazione, condivisione e collaborazione.





Come li utilizziamo?

I social sono usati per il business, la comunicazione, il lavoro (es. Linkedin). Sono anche però utilizzati per raccogliere informazioni.

Il 64% della Generazione Z usa Tik Tok contro il 49% dei Millenials.

Con il progresso della tecnologia, usiamo i social sempre di più.

Presentiamo un nuovo studio di Edu Birdie: sono stati intervistati 2.000 giovani negli Stati Uniti a cui è stato chiesto se hanno votato alle ultime elezioni e se sono stati influenzati dai social.




COVID

Dal 2019 al 2020 c'è stato un aumento del 10,5% dell'uso dei social media, un numero che è continuato a crescere ogni mese. Il motivo principale di tale incremento riguardava l'utilizzo per il lavoro, la scuola e connettersi con gli amici e la famiglia.






LE FAKE NEWS

Le fake news sono notizie false che creano scalpore e che si condividono attraverso i social o i siti di giornalismo non attendibili. Vengono create da persone che non hanno competenze specifiche ma che ci lavorano solo per ottenere profitto economico. Lo fanno anche prendendo in giro gli utenti che cercano delle informazioni. Spesso danno per scontato che tutto quello che leggono sia vero, e quindi condividono senza una giusta analisi delle fonti incoraggiando questo approccio sbagliato. Gli argomenti più presenti nelle fake news riguardano la politica, l'economia e la medicina, ma anche la vita privata delle celebrità.




COME RICONOSCERE UNA FAKE NEWS

Per riconoscere una fake news da una notizia vera bisogna analizzare attentamente la notizia seguendo questi punti:

- Cercare informazioni dell'argomenti su fonti attendibili
- Capire se l'autore ha un profilo fake o un profilo attendibile 
- Controllare il titolo, date, citazioni di fonti da cui arrivano le informazioni e capire se ci sono, sono realistiche e ben specificate 
- Verificare se le immagini sono state ritoccate, prese da altri siti e spacciate per proprie, o non inerenti all'argomento analizzato.





GLI INTERVENTI LEGISLATIVI PER COTRASTARE LA DIFFUSIONE DELLE NOTIZIE FALSE

In alcuni stati sono state ratificate delle leggi per eliminare o diminuire drasticamente la diffusione delle fake news.

In Italia la Polizia Postale è impegnata ogni giorno a contrastare tale fenomeno. Chi crea notizie false può essere punito dalla legge con una multa o con l'arresto fino a tre mesi se la notizia costituisce un pericolo per l'ordine pubblico e l'incolumità delle persone.





I PRO DEI SOCIAL

1. Libera condivisione (piattaforme...)
2. Gruppi sui social
3. Ritrovare contatti con parenti, amici...
3. L'interculturalità digitale 
5. Business
6. Nuovi lavori digitali




I CONTRO DEI SOCIAL

1. Tutela della privacy        
2. Dipendenza dai social    ⟶    COVID
3. L'uso eccessivo dei social
4. Sintomi psicofisici 
5. Cyberbullismo (Sextortion, revenge porn, grooming, haters)
6. Uso improprio dei social




L'INTERVISTA 

Abbiamo intervistato Orio Navarra, proprietario di due aziende tecnologiche che forniscono servizi.

Come gruppo abbiamo fatto otto domande (due a testa). Gli abbiamo chiesto alcuni chiarimenti in merito al rapporto fra social e fake news.


DOMANDE















GRAZIE DELLA LETTURA!!!
Post creato dalle alunne della 1A Kristina Metani, Alexa Bol, Martina Leva, Nicoletta Reggio










sabato 2 novembre 2024




La "scatola" si stringe attorno alla comunità valenciana per l'immensa tragedia che l'ha colpita in questi giorni. Poco più di un mese fa, durante il viaggio d'istruzione delle classi quinte, alcune e alcuni di noi hanno potuto ammirare la bellezza di luoghi carichi di storia ed apprezzare l'ospitalità del suo popolo.

sabato 18 maggio 2024

L'ADOLESCENZA

Il fenomeno dell'adolescenza 
è il periodo di massima coscienza;                            
fra timori e dolori, 
novità e primi amori.
Stress, paura e insicurezze,
ciò che basterebbe sono solo carezze:
un abbraccio e compagnia, 
le delusioni portan via.
Un genitore poco presente 
solo potrebbe rovinarti la mente.
Dover dare sempre il massimo,
altrimenti sei solo pessimo.
Un peso sulla schiena
che ti divora come una iena.
Essere adolescente non è mai semplice 
quando non trovi neppure un complice.
Non andare a scuola diventa così un pretesto,
per evitare i "ti odio" e i "ti detesto".
Poi il pomeriggio è necessario studiare,
per la necessità di farsi lodare,
avendo timore del giudizio,
sperando che poi non diventi un vizio.
L'adolescenza è momento di crisi 
che poi finisce con tanti sorrisi,
un periodo di passaggio 
lungo breve ma sempre un viaggio.
                                                                                        Alice Cutaia  I B



martedì 30 gennaio 2024

Aroma di...filosofia

Il Caffè Vercelli è una delle proposte del nostro liceo che consiste in un incontro volto a permettere a tutti di esprimere le proprie considerazioni riguardo un tema proposto e con l’obiettivo di far sviluppare a chi vi partecipa un proprio pensiero critico.

Un esempio di tema che è stato affrontato in uno dei vari incontri che si sono tenuti in questo periodo invernale è stato quello della cattiveria.



Gli spunti proposti sono stati una frase di Friedrich Nietzsche, Franz Kafka, Victor Hugo e Gabriele D’Annunzio. Per dare un assaggio, proponiamo quella di Victor Hugo:”Abbiate compassione per i cattivi: non sapete quel che avviene nel loro cuore.”.
A seguito delle citazioni sono state poste delle domande come “Cos’è davvero la cattiveria?” e “In che rapporti è con l’uomo?”.

Nelle due ore che hanno seguito la presentazione dell’argomento sono sorti vari spunti e si è andati ad indagare la sua origine: è una caratteristica propria dell’uomo o è una semplice reazione ad un’altra azione cattiva? 

Può sembrare una domanda senza una vera e propria conclusione, ma siamo sicuri di avervi fatto pensare, anche solo per un attimo, ad una possibile risposta e l’idea è proprio questa: nessuno pretende che chi partecipa agli incontri offra delle verità assolute; lo stesso Socrate riteneva che il modo per trovarla fosse il dialogo e noi vi proponiamo esattamente questo: un modo per esporre i propri pensieri, mettere e mettersi in discussione nella ricerca di una risposta che, pur se non trovata, permette di crescere intellettualmente e di imparare a pensare liberamente senza la paura di esporre le proprie idee.


Un altro esempio degli oggetti delle nostre discussioni è l’amicizia. All’incontro sono state nuovamente proposte citazioni di Epicuro:”Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice, la più grande è l’amicizia.”, Blaise Pascal:“Sono certo che se tutti gli uomini sapessero quel che dicono gli uni degli altri non esisterebbero quattro amici nel mondo(...).” e Simone Weil:”(...)l’amicizia è per me un beneficio incomparabile, senza misura, una sorgente di vita(...).”.

Ci siamo ritrovati ad analizzare idee differenti tra loro per contesto storico, sociale, economico e scuole di pensiero; ma tutte vedono l’amicizia come qualcosa di grande valore. Oggi però le cose sembrano ulteriormente cambiate e si può allora pensare che un’amicizia vera e sincera possa ancora esistere? Ma quand’è che un’amicizia può dirsi “vera”? E considerando che essa possa nascere, potrebbe anche continuare a sussistere o l’egoismo prenderebbe comunque il sopravvento? Tra pensieri originali e qualche risata comune, ciascun partecipante (salvo i più testardi) ne è uscito con un’idea di amicizia diversa da quella che aveva in principio. Si tratta di uno sguardo più ampio sul mondo ed un’analisi con ragazzi che si interessano degli argomenti più disparati. Se tutto ciò non dovesse avervi esaltato, vi diamo anche uno spoiler: stiamo lavorando per un incontro con uno studente di filosofia dell’università di Torino.

Speriamo di vedervi a breve!

domenica 28 gennaio 2024

Il Caffè Vercelli dentro alla scatola

Un semplice post introduttivo su una delle offerte più interessanti del nostro liceo.
Parleremo dei vari incontri che si terranno da qui in avanti (argomenti, intuizioni dei partecipanti, domande proposte, ecc...) e ogni tanto tratteremo di argomenti che ci hanno colpito ma che pensiamo non avrebbero modo di essere approfonditi a dovere in un incontro.
Speriamo che possa piacervi e che qualcuno si senta magari più invogliato a partecipare.
Grazie dell'attenzione e buona lettura!

venerdì 29 dicembre 2023

VALE LA PENA INSEGUIRE I PROPRI SOGNI?

Il tema presente nel titolo viene analizzato nel film di Darren Aronofsky "Requiem for a Dream" e già dal titolo si può intuire la sua visione pessimistica sull'argomento.
Nella pellicola sono presenti vari personaggi rappresentativi di ogni classe sociale, ma tutti accomunati da una sorta di malessere e inappagamento rispetto alla società o vero se stessi, ed è proprio questa insoddisfazione che li porterà a intraprendere un cambiamento, una rivoluzione personale, di cui ne verranno analizzate le fasi.


In seguito ad un inizio dove il sogno è alla portata dei protagonisti, gli stessi si scontrano con la realtà dei fatti: ci sono dei fattori esterni, che noi non possiamo controllare, a mandare tutto in frantumi e a creare un rapido annullamento delle aspettative e la 
"morte del sogno" .Questo film raggiunge perfettamente 
il suo obbiettivo, ovvero di forzare una "presa di 
coscienza", nello spettatore, grazie anche ad una colonna 
sonora immersiva con dei giochi e combinazioni di 
inquadrature distintivi, Aronofsky riesce a trasmettere 
un senso di angoscia, paragonabile a quella di Kierkegaard,
verso te stesso, il tuo ruolo nella società e nel mondo;
affrontando e facendo riflettere l'osservatore su temi come la solitudine, l'omologazione sociale e il voler essere amato. Il tutto mascherato dall'inseguimento dei sogni che assumono forme diverse per ogni persona ma di egual valore, in qualsiasi caso il destino di chiunque voglia intraprendere questa strada è destinato ad un'inevitabile disfatta.
O rinunci ai tuoi sogni o morirai rincorrendoli.
Trailer del film:



                                                                                                                                         Federico Pellitteri


mercoledì 10 maggio 2023

"Uno, nessuno e centomila" - Luigi Pirandello



E tu, chi sei?


Sicuramente avrai un nome, un tono di voce, un colore preferito ed un modo tutto tuo di vedere le cose.



Ti sarai guardato allo specchio un miliardo di volte e avrai visto sempre le stesse cose: stessi occhi vispi, stesso naso un po' troppo grande o troppo piccolo per la tua faccia, stessa smorfia imbronciata, stessi capelli in disordine.

                                                                                                                                              




Ma se provassi a chiedere a tua madre, alla tua parrucchiera o al commesso del supermercato sotto casa tua, credi che vedrebbero la versione di te che vedi anche tu? E se così non fosse, allora tu dove sei? Qual è il vero te? Esiste?


 



Queste sono le domande che si pone Vitangelo Moscarda, il protagonista del libro "Uno, nessuno e centomila" scritto da Luigi Pirandello, quando un giorno, dopo una vita intera passata a fianco della moglie Dida, si accorge che per lei non era altro che uno sconosciuto.





Duecento pagine di una storia avvincente, in cui dubbi irrisolti si intrecciano con riflessioni sulla vita e su noi stessi. Un libro in cui perdersi è tanto facile quanto ritrovarsi.

 



E se dopo averlo letto non riesci più a trovare te stesso, non preoccuparti, alla fine siamo tutti uno, nessuno e centomila.

                                  


                                 





“SUL MARMO DI FAUSTINO NOVARA PARTIGIANO.”

“SUL MARMO DI FAUSTINO NOVARA PARTIGIANO.” Baldichieri d’Asti                                                                               ...