“Ma bisognava guardarsi bene dai cattivi incontri, e non accettare nemmeno una presa di tabacco da chi non si conosceva! Andando per la strada bisognava camminare nel bel mezzo e lontano dai muri, dove si correva rischio di acchiapparsi mille porcherie; e badare di non mettersi a sedere sui sassi, o lungo i muricciuoli” scrive Giovanni Verga ne “I Malavoglia” a proposito del colera.

Nella citazione gli atteggiamenti per evitare il contagio appaiono eccessivi e inutili; la paura porta ad agire irrazionalmente e ad identificare qualsiasi cosa come un potenziale pericolo: i muri, i sassi e gli sconosciuti.
Dopo quasi due secoli la situazione si sta riproponendo: ora si teme la trasmissione del virus tramite pacchi, lettere o qualsiasi oggetto che arrivi dalla Cina. Nuovamente si è diffidenti verso gli sconosciuti: “faccia a faccia con un cinese la paura si manifesta quasi sempre. C'è chi accelera il passo, chi si copre la bocca e chi finge di non avere fretta pur di non fermarsi a parlare” scrivono Chiara Baldi e Nicola Pinna su “La Stampa” (3 Febbraio 2020).
Il denominatore comune tra il colera de “I Malavoglia” e il COVID 19 è la mancata conoscenza del problema, che accresce la paura e provoca atteggiamenti esagerati.
Simona Bosco V B
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