Essendo un giovane e assiduo frequentatore di social non penso di esagerare citando le parole di Giovanni Soriano. Noia: indigestione di tempo. È successo tutto molto in fretta, scuole chiuse e alla naturale inevitabile felicità delle prime ore è subito sorta una domanda: e adesso che si fa?
Ed ecco che il mondo assiste ai primi cedimenti a peso morto sui letti dei giovani italiani. Di studiare non se ne parla, tanto per un po’ i professori non si faranno sentire. Uscire con gli amici? Idea già più interessante, ma proprio come il virus che ha colpito la nostra comunità, la noia intacca ogni semplice volontà, trasformandosi presto nella dolce voglia di far niente di cui tanto si parla. Ed eccoci con tutto il tempo tanto desiderato durante gli estenuanti giorni di scuola, incapaci peró di usarlo. Siamo come chi vince alla lotteria cosi tanti soldi da non saperli gestire, li spende e dopo poco si ritrova più in difficoltà e indebitato di prima. Le giornate passano ed è difficile capire come sia possibile che si siano già fatte le sette se da poco si era finito pranzo. Sai che potresti fare qualcosa, leggere un libro, fare due equazioni o iniziare a leggere il prossimo argomento di filosofia ma sei talmente annoiato che ti sembra un’ipresa iscrivibile nei libri di storia anche alzarsi per prendere quel libro sullo scaffale, ti sembra di essere Annibale che attraversa le Alpi e tu tutti i suoi elefanti te li senti addosso.
La sera del venerdì, dopo aver visto la tua condizione pietosa allo specchio, ti imponi di uscire e obblighi anche i tuoi amici, anche l’ipocondriaco che invece era ben contento del suo colorito muffaceo acquisito e delle sue scorte, fatte al pelo al supermercato ormai deserto, di Amuchina. Proprio nel locale dove vai di solito senti volare parole che non ti saresti mai aspettato di sentire: “Quasi quasi io tornerei a scuola, a casa mi annoio davvero troppo!”. Gli stessi che sentivi maledire la scuola e i suoi obblighi eccoli a sperare nel suo ritorno. Come un guerriero dell’antica Grecia che, ferito e sul punto di morte, viene aiutato dagli dei che fanno sparire il suo acerrimo nemico. Lui si salva certo, ma quel duello non finito lo tormenta, tanto da desiderare il ritorno del nemico. Chissà come andrà a finire questo duello, e chi avrà la meglio!
La sera del venerdì, dopo aver visto la tua condizione pietosa allo specchio, ti imponi di uscire e obblighi anche i tuoi amici, anche l’ipocondriaco che invece era ben contento del suo colorito muffaceo acquisito e delle sue scorte, fatte al pelo al supermercato ormai deserto, di Amuchina. Proprio nel locale dove vai di solito senti volare parole che non ti saresti mai aspettato di sentire: “Quasi quasi io tornerei a scuola, a casa mi annoio davvero troppo!”. Gli stessi che sentivi maledire la scuola e i suoi obblighi eccoli a sperare nel suo ritorno. Come un guerriero dell’antica Grecia che, ferito e sul punto di morte, viene aiutato dagli dei che fanno sparire il suo acerrimo nemico. Lui si salva certo, ma quel duello non finito lo tormenta, tanto da desiderare il ritorno del nemico. Chissà come andrà a finire questo duello, e chi avrà la meglio!
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