"Misery" è un film girato nel 1990 dal regista Rob Reiner e tratto dal celeberrimo romanzo di Stephen King. Come la maggior parte delle opere dell'autore, anche quest'ultima appartiene al genere thriller. La vicenda,collocabile intorno agli anni '60, narra la disavventura di uno scrittore, Paul Sheldon, che si trova in un hotel tra le montagne del Colorado mentre è impegnato a concludere il suo ultimo libro. La fama di Sheldon derivava da una serie di romanzi la cui protagonista era ''Misery'',un'eroina ottocentesca. Ma lo scrittore aveva deciso di terminare la raccolta con la pubblicazione dell'ultimo romanzo, "Il figlio di Misery" per provare a cambiare e migliorare la propria scittura.
Dopo la lunga sosta all'hotel e la stesura completa del suo libro, Paul si dirige verso New York per l'incontro con la sua agente, ma durante il viaggio rimane coinvolto in un incidente stradale a causa di una tormenta di neve. Verrà salvato da Annie Wilkes, un'ottima infermiera e folle ammiratrice dello scrittore, la quale si rivelerà un personaggio ricco di sfaccettature anche molto pericolose. Il protagonista verrà rinchiuso in una camera per dedicare tutto il tempo necessario alla modifica dell'ultimo capolavoro che non viene apprezzato da Annie. Infatti la donna non accetta il finale scelto da Paul e lo costringe a cambiare la propria stesura, incutendogli paura e obbligandolo a bruciare la sua opera inedita. La passione per la scrittura diventa il suo unico strumento di sopravvivenza.
Lo scorso 12 Dicembre al Teatro Gobetti di Torino, i due attori Filippo Dini e Arianna Scommegna hanno interpretato in modo eccellente i personaggi di Paul Sheldon ed Annie Wilkes. Il regista Filippo Dini, utilizzando l'adattamento teatrale dello sceneggiatore statunitense William Goldman e la traduzione di Francesco Bianchi, ha espresso al meglio i due temi principali della storia:la forza della scrittura e l'amore per la lettura.
A mio parere, ammirabile è stata la recitazione della Scommegna; l'attrice sembrava ancora più folle e psicopatica di quanto era stata rappresentata nel film che valse l'Oscar alla famosissima Kathy Bates. Di gran classe la scenografia, che ha permesso una visione originale dello spettacolo. Il dettaglio della luce dalla finestra (che creava contrasti di ombre) e la puzza di bruciato ottenuta dalla combustione della carta sono state le due tecniche teatrali che mi hanno colpito maggiormente, poiché mi sembrava impossibile che immagini così nitide e spettacolari potessero essere rappresentate su un palcoscenico. Il finale scelto da Goldman riprende verosimilmente quello del film. Il regista mostra come l'esperienza vissuta da Paul tormenti ancora la mente dell'abile scrittore, il quale si ritrova disorientato quando crede di rivedere il volto di Annie nella signorina che gli porta un bicchiere d'acqua durante l'intervista in uno show televisivo.
Dopo la lunga sosta all'hotel e la stesura completa del suo libro, Paul si dirige verso New York per l'incontro con la sua agente, ma durante il viaggio rimane coinvolto in un incidente stradale a causa di una tormenta di neve. Verrà salvato da Annie Wilkes, un'ottima infermiera e folle ammiratrice dello scrittore, la quale si rivelerà un personaggio ricco di sfaccettature anche molto pericolose. Il protagonista verrà rinchiuso in una camera per dedicare tutto il tempo necessario alla modifica dell'ultimo capolavoro che non viene apprezzato da Annie. Infatti la donna non accetta il finale scelto da Paul e lo costringe a cambiare la propria stesura, incutendogli paura e obbligandolo a bruciare la sua opera inedita. La passione per la scrittura diventa il suo unico strumento di sopravvivenza.
Lo scorso 12 Dicembre al Teatro Gobetti di Torino, i due attori Filippo Dini e Arianna Scommegna hanno interpretato in modo eccellente i personaggi di Paul Sheldon ed Annie Wilkes. Il regista Filippo Dini, utilizzando l'adattamento teatrale dello sceneggiatore statunitense William Goldman e la traduzione di Francesco Bianchi, ha espresso al meglio i due temi principali della storia:la forza della scrittura e l'amore per la lettura.
A mio parere, ammirabile è stata la recitazione della Scommegna; l'attrice sembrava ancora più folle e psicopatica di quanto era stata rappresentata nel film che valse l'Oscar alla famosissima Kathy Bates. Di gran classe la scenografia, che ha permesso una visione originale dello spettacolo. Il dettaglio della luce dalla finestra (che creava contrasti di ombre) e la puzza di bruciato ottenuta dalla combustione della carta sono state le due tecniche teatrali che mi hanno colpito maggiormente, poiché mi sembrava impossibile che immagini così nitide e spettacolari potessero essere rappresentate su un palcoscenico. Il finale scelto da Goldman riprende verosimilmente quello del film. Il regista mostra come l'esperienza vissuta da Paul tormenti ancora la mente dell'abile scrittore, il quale si ritrova disorientato quando crede di rivedere il volto di Annie nella signorina che gli porta un bicchiere d'acqua durante l'intervista in uno show televisivo.
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