“Sentì il terrore gocciolargli nel cuore. Era il terrore
dell’ignoto e dell’inatteso.”
Questa citazione è tratta dal romanzo intitolato “L’ombra
dello scorpione”, che venne scritto da Stephen King e pubblicato nel 1978.
Il tomo tratta di un tema, purtroppo, più che attuale, una
pestilenza che ha quasi completamente sterminato la razza umana.
Ovviamente e per fortuna la nostra situazione collegata alla
diffusione del virus Covid-19, non è neanche lontanamente così critica,
nonostante siano fin troppe le persone che sembrano non capirlo. Questo è
dovuto alla paura che dilaga, strettamente collegata alla scarsa conoscenza
dell’argomento. Questa paura è proprio il terrore di cui parla King quindi,
dovuto a ciò che non si conosce e che non si aspettava. Nessuno infatti poteva
immaginare la diffusione di questo virus e, nonostante le continue ricerche,
non si conosce ancora molto a suo riguardo, né tanto meno è disponibile per ora
una cura certa ed efficace.
Per tutti questi motivi sono numerosissimi coloro che
pensano il peggio ed agiscono di conseguenza. Il problema è che, così facendo,
lasciandosi andare a questa isteria di massa dovuta a ragioni molto spesso
senza una base scientifica appurata, vanno a rendere più difficile anche la
vita altrui, e ovviamente la propria.
Molto spesso infatti tutte queste misure di precauzione
adottate dal singolo e dettate dalla semplice paura vanno a nuocere, piuttosto
che a fare del bene, portando magari a un sovraffollamento di luoghi pubblici,
come ad esempio i supermercati che sono stati saccheggiati in pochissimi giorni
in tutta Italia immediatamente dopo le notizie dei primi contagi sul nostro
suolo nazionale, comportamento che potrebbe determinare semplicemente una
maggiore possibilità di contagio.
E’ bene comunque non sottovalutare la situazione, ma non
dimenticando di essere persone civilizzate. Se ci facessimo semplicemente tutti
prendere dal panico saremmo noi a determinare la nostra stessa fine e non il
tanto temuto virus.
Matteo Atzori, VB
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