E' successo: il coronavirus ci ha raggiunti; non ha rispettato confini, non si è fermato alle frontiere e ha iniziato a diffondersi anche qui. Negli ultimi giorni l'Italia intera è bloccata ed attende costantemente, con il fiato sospeso, novità su questo virus in grado di spaventare come nient'altro prima d'ora, almeno per quanto ho potuto sperimentare nella mia breve esperienza di vita. In seguito ad un iniziale periodo di panico generale che ci ha mostrato scene piuttosto spiacevoli, come la corsa alle mascherine o il saccheggio dei supermercati, le persone si sono trovate imprigionate in una sorta di quarantena forzata, nella quale la percezione del tempo si modifica e la noia prende il sopravvento. A questo proposito ho deciso di scegliere questa citazione, tratta da “La peste” di Albert Camus, la quale, secondo me, descrive perfettamente l'alterata sensazione che si ha del tempo in questo periodo. "Domanda: come si fa per non sprecar tempo? Risposta: sentirlo in tutta la sua durata. Modi: passare le giornare nella sala d'aspetto di un dentista, su una sedia scomoda; trascorrere la domenica pomeriggio al balcone; ascoltare conferenze in una lingua che non si conosce, scegliere i tragitti ferroviari più lunghi e complicati e viaggiare ovviamente in piedi; fare la coda al botteghino e non prendere i biglietti per lo spettacolo."
In questi giorni, infatti, lo scorrere del tempo assume una dimensione propria e le giornate, che a volte sembrano non finire più, in certi casi non sono neanche iniziate che ci si ritrova già assonati, con gli occhi che fanno fatica a restare aperti. Come scrive Camus tramite il taccuino di Tarrou, anche se facendo riferimento a un periodo indubbiamente più grave del nostro, per non sprecare il tempo bisogna sentirlo: si è tenuti a ricercare una sorta di quotidianità anche in questo momento di totale confusione, per far sì che le giornate non ci passino davanti senza che possiamo rendercene conto. Non dobbiamo essere schiavi di questa situazione, anzi, dobbiamo cercare di adattarci e organizzarci al meglio per continuare a vivere nella normalità, anche perché questo virus non è la peste; fa sicuramente paura, perché è un qualcosa che nessuno conosce veramente a pieno, ma non può e non deve bloccarci dal vivere normalmente. Personalmente credo che la lettura del libro di Camus possa risultare utile in questo momento per poter realizzare un confronto tra ciò che stiamo vivendo e un'epidemia che ha davvero messo in ginocchio moltissime popolazioni in diversi periodi storici, riducendole a non uscire di casa e a temere ogni secondo per la loro stessa vita, utile per farci capire che non si deve essere eccessivamente spaventati.
In questi giorni, infatti, lo scorrere del tempo assume una dimensione propria e le giornate, che a volte sembrano non finire più, in certi casi non sono neanche iniziate che ci si ritrova già assonati, con gli occhi che fanno fatica a restare aperti. Come scrive Camus tramite il taccuino di Tarrou, anche se facendo riferimento a un periodo indubbiamente più grave del nostro, per non sprecare il tempo bisogna sentirlo: si è tenuti a ricercare una sorta di quotidianità anche in questo momento di totale confusione, per far sì che le giornate non ci passino davanti senza che possiamo rendercene conto. Non dobbiamo essere schiavi di questa situazione, anzi, dobbiamo cercare di adattarci e organizzarci al meglio per continuare a vivere nella normalità, anche perché questo virus non è la peste; fa sicuramente paura, perché è un qualcosa che nessuno conosce veramente a pieno, ma non può e non deve bloccarci dal vivere normalmente. Personalmente credo che la lettura del libro di Camus possa risultare utile in questo momento per poter realizzare un confronto tra ciò che stiamo vivendo e un'epidemia che ha davvero messo in ginocchio moltissime popolazioni in diversi periodi storici, riducendole a non uscire di casa e a temere ogni secondo per la loro stessa vita, utile per farci capire che non si deve essere eccessivamente spaventati.
Dobbiamo renderci conto che, indubbiamente stiamo vivendo una situazione difficile da gestire, ma che non è una apocalisse come molti media hanno tentato di farci credere, specialmente nei primi gironi della diffusione del virus. La vita continua e anche questa difficoltà verrà superata: sta a noi vivere al meglio la nuova quotidianità post-virus per non sprecare il nostro tempo, che è la cosa più preziosa che abbiamo.
EDOARDO RAVIOLA, IVSB
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