Ragazzi di vita è un romanzo uscito nel 1955, ambientato nelle borgate della Roma degli anni '50, durante la ricostruzione postbellica.
Pasolini descrive la ruralità e il degrado dei sobborghi romani, che sono il fulcro del racconto, e utilizza la storia di Riccetto e di altri "pischelli" per delineare la realtà della povera gente in contrapposizione ai prosperosi mercati da lui descritti e alla sfacciataggine dei ragazzi che vivono "alla giornata", compiendo qualche furtarello e giocando i soldi ricavati a carte.
Il primo capitolo inizia con la comunione e la cresima di Ricetto da parte di Don Pinuzzo, e continua con i primi furti da parte dei ragazzini che rubando ad un cieco riescono ad affittare un'imbarcazione per andare sul Tevere, dove Riccetto salva una rondinella che stava affogando.
Il secondo capitolo, intitolato a "Il Riccetto", è incentrato sul ragazzo che cerca di fare soldi con le carte, grazie a un gioco chiamato "il gioco della cartina", appreso -non benissimo- da un napoletano ma finisce facendosi rubare tutti i soldi da una prostituta a Ostia.
Nel frattempo la scuola in via di Donna Olimpica crollò, provocando la morte di sua madre e Marcello, il suo amico, rimase ferito e poi morì in un momento di triste consapevolezza.
La storia continua con altri personaggi, Caciotta, Alduccio, il Begalone, il Tirillo e Amerigo che al fianco di Riccetto combinano guai tanto che alcuni vennero incarcerati.
Particolare è l'incontro con un omosessuale, descritto con disprezzo da Pasolini.
L'evoluzione del ragazzino romano, da spericolato, ingenuo e carico di pietà, come si nota quando salva la rondine, si omologa allo stereotipo borghese, lavorando e portando a casa lo stipendio. Rinuncia a salvare il giovane Genesio dall'annegare perchè troppo rischioso; così facendo diventa un personaggio piatto, che ha perso il senso di umanità e solidarietà che aveva sviluppato nella vita di borgata.
Alessandro Novali 4SA

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