mercoledì 4 settembre 2019

Chernobyl

La miniserie "Chernobyl", creata da Craig Mazin e diretta da Johan Renck, narra del disastro nucleare avvenuto nell'omonima cittadina ucraina il 26 aprile del 1986. Essa ha inizio proprio pochi secondi dopo l'esplosione del nocciolo del reattore della centrale nucleare. Ciò porta al rilascio di quantità enormi di radiazioni che in poco tempo  si diffonde in vaste aree circostanti, rovinando la vita a migliaia di persone ignare del pericolo.
Mazin si concentra sulle ore e sui giorni successivi alla catastrofe, narrando i fatti in maniera per lo più veritiera. Ci sono infatti alcuni particolari che si discostano dalla realtà, a partire dalla presenza del fisico nucleare Ulana Khomyuk, personaggio non realmente esistito, ma che rappresenta l'insieme degli scienziati nucleari che contribuirono alla bonifica di Chernobyl. Dettagli come questo non vanno in nessun modo a compromettere la storia in sé, ma piuttosto la arricchiscono.
La serie è parecchio scorrevole e non ci sono mai momenti che possano risultare noiosi, sia per la bravura del regista, ma anche sicuramente per la sua brevità. Non mancano inoltre diverse scene piuttosto crude. Spesso però non è quello che vediamo a farci venire la pelle d'oca, bensì quello che sentiamo. Più volte si arriva infatti a prendere decisioni che portano alla morte di molte persone innocenti, forse con fin troppa leggerezza. Ed è proprio questo uno dei punti forti dell'intera miniserie: non si risparmia nessun dettaglio allo spettatore, che si ritrova costretto a riflettere sulle vere cause che hanno scatenato il disastro, delle quali verrà messo pienamente a conoscenza soltanto alla fine.

Matteo Atzori, IV B

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