
Già dal nome del regista, Steven Spielberg, si potrebbe pensare ad un ottimo film, ma le emozioni che trasmette "War Horse" (2011) sono a mio avviso fantastiche. Film ispirato al genere western, ma con differenze nette (basti pensare al ruolo del cavallo che invece nei film western è solo uno sfondo), pone l'accento su un animale che come l'uomo, seppur su scale nettamente minori, è stato vittima della Prima guerra mondiale. Nel corso del film infatti saremo trasportati nei panni di un cavallo di nome Joey attraverso diversi luoghi coinvolti nella guerra, come un accampamento inglese, una fattoria francese e una fabbrica tedesca. Le forze trainanti che permetteranno all'animale di sopportare i dolori e le paure della guerra saranno soprattutto l'amicizia e il desiderio di ritornare a casa da un giovane ragazzo inglese che lo aveva acquistato precedentemente, prima di essere preso dall'esercito a causa della guerra. Sicuramente l'aspetto che più mi ha coinvolto è stato il coraggio ma anche la resistenza non di una persona, ma di un animale, aspetto che forse dovrebbe far porre più attenzione su questi animali e non solo, visto che spesso li consideriamo troppo inferiori o freddi. Il ruolo centrale dell'animale si nota anche verso la fine del film, quando, durante uno scontro tra la trincea tedesca e quella inglese, due soldati nemici mettono da parte l'orrore della guerra per salvare l'animale che si era impigliato nel filo spinato. Insomma, un film che tratta di un argomento il cui orrore è stato scatenato dall'uomo, ma anche dei sentimenti contrastanti attraverso gli occhi di un animale che grazie alla sua resistenza e al suo desiderio di ritornare a casa riesce a resistere agli orrori della guerra.
Umberto Griffa IV B
Anche io ho trovato interessante questo film soprattutto per il continuo ribaltamento della figura del cavallo tra oggetto e soggetto. Infatti il cavallo è soggetto nel momento in cui, per esempio, instaura un profondo rapporto affettivo con Albert e oggetto quando viene venduto e usato in guerra. Questo continuo alternarsi del ruolo del cavallo, per me contribuisce ad evidenziare come la guerra causi un processo di oggettificazione nei confronti degli animali e ciò vale anche nei confronti delle persone. I conflitti quindi, iniziano nel momento in cui i legami vengono spezzati e si considerano persone e animali come strumenti
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