venerdì 2 agosto 2019

Un mondo non adatto a tutti

Un giorno questo dolore ti sarà utile. Un titolo che rimanda al mondo latino di Ovidio, ma il protagonista è un ragazzo diciottenne dei nostri tempi. Peter Cameron, l'autore statunitense di questo romanzo, ripercorre l'età tortuosa dell'adolescenza di James, non attraverso colpi di scena, ma pagine di riflessione e di aspra critica alla società attuale. James, di indole solitaria e introversa, è infatti considerato da tutti quelli che lo circondano un disadattato, ma capisce che in fin dei conti il problema non è lui, ma una società che non è in grado di accettare le peculiarità del singolo. La sua è una continua lotta contro l'omologazione, contro le ingiustizie, contro il mondo, tanto da spingersi a dichiarare "Io mi sento me stesso solamente quando sono solo".
Questo è un libro che parla intimamente a tutti: ti cattura e ti senti inevitabilmente legato ad esso. In particolare vi cito un passo che mi è rimasto impresso in quanto mette in primo in piano l'estraniazione di James dal resto del mondo: "Avrei tanto voluto che la giornata fosse tutta come la colazione, quando le persone sono ancora sintonizzate sui loro sogni e non è previsto che debbano affrontare il mondo esterno. Mi sono reso conto che io sono sempre così; per me non arriva mai il momento in cui, dopo una tazza di caffè o una doccia, mi sento improvvisamente pieno di vita, sveglio e in sintonia con il mondo. Se si fosse sempre a colazione, io sarei a posto".
James si rende conto che la sua realtà non è la stessa di tutti gli altri, ma bensì un mondo di sogni, ideale e migliore. Consiglio infatti questo libro a tutti perché molti si riconosceranno, anche solo in parte, in questo ragazzo e perché ti apre gli occhi di fronte a minuzie a cui nel mondo reale non si darebbe mai peso.


Daniele Gagliardi, IV B

1 commento:

  1. Io ho letto questo libro grazie al suggerimento di un mio amico e come hai detto tu non ho potuto far altro che immedesimarmi nel protagonista. Ho amato la sensibilità con cui l'autore è riuscito a creare un personaggio così vivo e a risaltare proprio quella estraniazione di cui hai parlato. Fra il protagonista e il mondo non ci sono mezze misure, c'è uno scontro violento e continuo che mi ha ricordato molto il rapporto tra il mostro di Frankenstein e la realtà in cui si ritrova catapultato. Entrambi, per esempio, ho notato che sono incapaci di comprendere la realtà che li circonda e ciò li porta ad osservare attentamente e ad interrogarsi su quello che sta intorno a loro, proprio come due bambini

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