sabato 3 agosto 2019

Recensione libro "Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini

"Ragazzi di vita" é il primo libro di narrativa scritto da Pier Paolo Pasolini e pubblicato nel 1955 dalla casa editrice "Garzanti". La storia si svolge nel secondo dopoguerra tra le borgate di Roma e i protagonisti sono un gruppo di ragazzi, appartenenti alla classe del sottoproletariato urbano. Tra questi, si distingue la figura del Riccetto che, nel corso della storia, cambierà drasticamente passando dal rischiare la vita gettandosi in acqua, quasi sotto un ponte, per salvare una rondinella che stava annegando all' essere, a causa dell' ambiente e dei personaggi che lo circondano, impotente davanti al pericolo tant' è che alla fine del libro non vorrà nemmeno tuffarsi per cercare di salvare il suo amico Genesio, che morirà trascinato sott' acqua dalla corrente del Tevere. Nel suo libro, Pasolini descrive una Roma degradata in cui la miseria la fa da padrona e i furti, così come altri crimini, sono all' ordine del giorno. Oltre a questo, a causa della mancanza di istituzioni, come ad esempio la scuola, e l' assenza di figure familiari, i ragazzi sono costretti ad arrangiarsi, cercando di sopravvivere  attraverso furti e accaparrandosi ogni genere di oggetto che possa essere rivenduto. La lingua che viene adottata è il dialetto romanesco, che, essendo una lingua volgare, permette di decrivere al meglio le azioni riprovevoli compiute dai personaggi, fungendo inoltre come strumento di distacco dal resto del mondo che sottolinea nuovamente il loro stato di trascuratezza. 
Personalmente ho trovato il libro molto avviccente, ricco di colpi di scena (come la morte di Marcello o quella di Amerigo) e in grado far capire al meglio la situazione dell' Italia subito dopo la fine della seconda Guerra Mondiale. Tuttavia avrei preferito una trama piu' lineare incentrata su un personaggio solo, magari con una descrizione più accurata e specifica circa la sua vita sottolineandone i cambiamenti e le vicende nell'arco dell' intera narrazione.

Alessandro Accornero IV SA

13 commenti:

  1. Pasolini , nato a Bologna il 5 marzo 1922, scrive “ Ragazzi di Vita” nel 1955 e con questo romanzo riesce a trasmettere una testimonianza della condizione sociale degli adolescenti della periferia di Roma.
    Sottoproletari con famiglie sfrattate , ammucchiate insieme ad altre famiglie in stanze e corridoi di edifici fatiscenti .
    La storia ruota attorno a un gruppo di amici che vivono il passaggio dall’ adolescenza alla prima gioventù , in una Roma in trasformazione , dove ognuno si arrangia come può.
    L’autore identifica gli amici con i soprannomi in codice (il Ricetto , il Piattoletta , il Lenzetta ...). e solo in alcuni casi ci vengono presentati con i loro veri nomi (Amerigo , Marcello Genesio) .
    Il racconto delle vicende appare un po’ disordinato , forse per rappresentare un'esistenza davvero desolante, messa in risalto dalla scelta dei giovani protagonisti.
    Pasolini , attraverso un ritratto fedele dell’epoca e un racconto dettagliato degli eventi che capitano a questi ragazzi, rimarca lo squallore e la diversità sociale dei quartieri poveri di Roma.
    Quando per esempio racconta dell’accaduto a “Ricetto” e “Marcello” che, poco più che bambini, si danno ai furti di rottami saccheggiando una fabbrica e compiendo altri furtarelli ma alla fine perdono i pochi soldi racimolati giocando a carte.
    Il Ricetto impara da un ragazzo napoletano a truffare i passanti con il gioco delle tre carte, così da permettersi una gita ad Ostia, ma si fa fregare i soldi guadagnati dalla prostituta Nadia.
    I soldi ricavati dalla vendita di due poltrone rubate servono subito per comprarsi abiti nuovi; ma, all’alba di una notte passata dormendo sulle panchine di Villa Borghese, il Ricetto si accorge che gli hanno rubato le scarpe appena acquistate e i soldi rimasti.
    Data la frequenza di questi avvenimenti, cioè la rapida perdita dei pochi soldi guadagnati che servono per vivere, ai ragazzi può capitare spesso di passare intere giornate senza mangiare o di fare un solo pasto al refettorio dei frati.
    Molto toccante è la parte dove lo scrittore racconta le tragiche fini che subiscono i ragazzi protagonisti del romanzo, come il piccolo Marcello e la madre del Ricetto che a seguito del crollo di un palazzo muoiono.
    Oppure il suicidio di Amerigo dopo essere stato condotto in carcere perché sorpreso in una bisca, Ricetto che viene condannato per un furto non commesso, Piattoletta che si ustiona in un gioco crudele, Alduccio accoltella la madre per rabbia e Genesio muore annegando attraversando il fiume a nuoto.
    Il fiume è il punto di ritrovo dei personaggi , metafora dello scorrere del tempo :
    “come la vita, così il fiume scorre in un’unica direzione in un rinnovarsi sempre uguale “.
    I temi trattati sono vari: l’emarginazione, la violenza e il disagio giovanile; tutti delineano un vero e proprio documentario sulle disgrazie e le bravate di tutti i personaggi che descrivono i diversi aspetti del disagio che avvolgeva la gioventù degli anni '50 in Italia .

    Filippo Lupo – IV SA

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  2. Affresco ingeneroso, ma infinitamente commosso, delle borgate romane del primo dopoguerra, “Ragazzi di vita” è il primo romanzo di Pier Paolo Pasolini, pubblicato da Garzanti nel 1955.

    Il libro racconta le giornate di un gruppo di ragazzi del sottoproletariato romano dal periodo immediatamente successivo al termine del conflitto fino ai primi anni ’50.

    Nonostante la grande varietà di personaggi, è “il Riccetto” ad affermarsi come indiscusso protagonista del romanzo: un giovane non differente dai suoi compagni, indurito dalla vita di strada, ma in grado di lasciarsi andare ad improvvisi slanci di umanità.

    La narrazione segue la lenta ma inesorabile evoluzione del Riccetto, che procede parallelamente a quella della società e della struttura generale del romanzo. La vicenda inizia con un protagonista giovane, vitale, amante della compagnia e del divertimento, per chiudersi con un uomo vuoto, piatto, ormai ampiamente assorbito dal mondo degli adulti e, soprattutto, dalla società borghese consumista e individualista. Questo drammatico sviluppo della figura del Riccetto coincide anche con uno sviluppo della narrazione, che da questi si allontanerà lentamente fino al capitolo finale, nel quale egli comparirà solamente in pochi paragrafi.

    Ad aprire e chiudere questo processo, due eventi molto simili tra loro: l’annegamento di una rondine e quello del piccolo Genesio, rispettivamente all’inizio e alla fine del romanzo, di fronte ai quali il Riccetto assumerà atteggiamenti molto diversi, salvando l’uccellino e lasciando morire il ragazzo. Vengono così forniti al lettore tutti gli elementi necessari per comprendere la metamorfosi del personaggio.

    Tra le pagine prende così forma la critica di Pasolini alla società a lui contemporanea, tragicamente assorbita dai consumi e dal conformismo, che sottopone i ragazzi a brutali processi di disumanizzazione, fino a svuotarli completamente della propria essenza.

    Ad accentuare ulteriormente la posizione polemica di Pasolini, ma anche il suo intenso amore per i personaggi del romanzo, è l’utilizzo del dialetto parlato, dichiaratamente verghiano, tramite cui l’autore si immedesima pienamente nei suoi personaggi, raccontando una realtà concreta e reale per la quale egli si lascia andare ad “un’imperterrita dichiarazione d’amore”, come scrisse Contini.

    A scapito dell’utilizzo del dialetto romano, la lettura risulta molto scorrevole e coinvolgente. Il lettore si affeziona fin da subito all’immensa schiera di personaggi studiati dall’autore, che dimostra di saper incanalare l’attenzione con grande abilità. Lettura vivamente consigliata.

    Alberto Babrbirato

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  3. Particolare è l'incontro con un omosessuale, descritto con disprezzo da Pasolini.
    L'evoluzione del ragazzino romano, da spericolato, ingenuo e carico di pietà, come si nota quando salva la rondine, si omologa allo stereotipo borghese, lavorando e portando a casa lo stipendio. Rinuncia a salvare il giovane Genesio dall'annegare perchè troppo rischioso; così facendo diventa un personaggio piatto, che ha perso il senso di umanità e solidarietà che aveva sviluppato nella vita di borgata.

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  4. Pasolini attraverso episodi di una quotidianità decadente dimostra le vere condizioni di vita di individui in difficoltà, l’infanzia fittizia di bambini che devono crescere per aiutare i genitori ad affrontare i problemi economici, gli atti vandalici di ragazzi senza speranze; privi di sogni e progetti da realizzare. L’autore rende le vicende vissute dai ragazzi come sintesi di un mondo a sé, un mondo “dimenticato” e ignorato dallo Stato. Una realtà difficile in cui è necessario crescere per sopravvivere. Dal mio punto di vista Pasolini ha scritto un’opera molto significativa perché oltre ad analizzare la cruda verità dei quartieri malfamati ha riportato i fatti in modo preciso senza nascondersi dietro vuote apparenze. Infatti l’autore ha utilizzato il linguaggio della malavita per dar voce ai protagonisti, il gergo con cui nella vita di ogni giorno i ragazzi di Donna Olimpia comunicano, al posto di un lessico eccessivamente elaborato e contraffatto.

    Giovanni Cione, V SA

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  5. Nonostante la loro difficile vita il “Ricetto” dopo aver trascorso tre anni di carcere riesce a trovare un lavoro e ad integrarsi nel resto della così detta società normale e agiata.Gli altri ragazzi amici di Ricetto sono destinati ad una fine tragica , o al carcere o alla prostituzione o persino alla morte prematura.Ne sono un esempio Marcello che muore insieme alla madre del Ricetto a causa del crollo della casa o Amerigo che invece catturato e messo in carcere decide di togliersi la vita.La crescita da parte del Ricetto la si può notare alla fine del romanzo con l’episodio della morte dell’amico Genesio.Il Ricetto assiste alla morte dell’amico impotente e senza fare niente per cercare di salvarlo.Questo episodio ci fa capire il cambiamento del protagonista da ragazzino delle borgate sensibile ed impulsivo a uomo integrato con la società ormai vuoto e privo di passioni.Pasolini rappresenta questo mondo con estremo realismo accentuato dalla scelta linguistica dell’autore che sceglie di utilizzare nei dialoghi il lessico e il gergo delle borgate, mentre la voce narrante mantiene l’italiano standard.Pasolini si appassiona di questo mondo rurale e periferico che sotto certi aspetti mantiene ancora l’autenticità del mondo rustico , con la sua semplicità e ‘primitività’ non ancora corrotto dal consumismo ; e ciò lo si può notare in tutte le opere di Pasolini.

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  6. Il romanzo è stato scritto da Pasolini utilizzando termini derivanti dal gergo romano, tanto che l'ultima pagina del libro è un glossario delle parole usate con la loro traduzione in italiano. Questo aspetto linguistico da una parte rende più vivo il racconto delle vicende , dall'altro tende a complicare la lettura, soprattutto per coloro che non hanno mai avuto la possibilità di ascoltare dialoghi in romano "stretto". La trama, inoltre, è abbastanza lenta in quanto l'intero romanzo si articola sulle storie dei ragazzi, le quali si assomigliano molto fra loro e rendono un po' monotona la lettura. D'altro canto,però, i racconti sono frutto di una visione realistica della situazione del dopoguerra italiano ed è quindi giusto e normale che le varie vicende siano simili fra loro in quanto la vita del sottoproletariato romano era di fatto la stessa per tutti i quartieri della città.

    Per quanto concerne i personaggi, emblematica è ovviamente la figura del Riccetto, che nel corso del romanzo cresce, passando dall'essere un ragazzino (inizio del libro) fino ad essere un diciottenne consapevole della vita che aveva scelto di fare sin da bambino. Inoltre è l'unico personaggio che rimane per tutto lo svolgimento dell'opera : la apre mentre si trova in via Donna Olimpia diretto verso il Ferrobedò, la chiude in un modo sorprendente decidendo di non provare a salvare il povero Genesio. Il romanzo resta un classico della letteratura italiana. Pasolini riesce a dipingere con colori cupi una "tela" sulla quale viene disegnata la storia di tutte le periferie italiane del novecento. Il "dipinto" è trasversale e riesce ad evidenziare problemi che ancora oggi sorgono nei sobborghi italiani . Pasolini compie quindi una denuncia sociale con un romanzo che assume tutt'ora una grande importanza nel suo genere.

    Formiglio Lorenzo VSA

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  7. Affresco ingeneroso, ma infinitamente commosso, delle borgate romane del primo dopoguerra, “Ragazzi di vita” è il primo romanzo di Pier Paolo Pasolini, pubblicato da Garzanti nel 1955.
    Il libro racconta le giornate di un gruppo di ragazzi del sottoproletariato romano dal periodo immediatamente successivo al termine del conflitto fino ai primi anni ’50.
    Nonostante la grande varietà di personaggi, è “il Riccetto” ad affermarsi come indiscusso protagonista del romanzo: un giovane non differente dai suoi compagni, indurito dalla vita di strada, ma in grado di lasciarsi andare ad improvvisi slanci di umanità.
    La narrazione segue la lenta ma inesorabile evoluzione del Riccetto, che procede parallelamente a quella della società e della struttura generale del romanzo. La vicenda inizia con un protagonista giovane, vitale, amante della compagnia e del divertimento, per chiudersi con un uomo vuoto, piatto, ormai ampiamente assorbito dal mondo degli adulti e, soprattutto, dalla società borghese consumista e individualista. Questo drammatico sviluppo della figura del Riccetto coincide anche con uno sviluppo della narrazione, che da questi si allontanerà lentamente fino al capitolo finale, nel quale egli comparirà solamente in pochi paragrafi.
    Ad aprire e chiudere questo processo, due eventi molto simili tra loro: l’annegamento di una rondine e quello del piccolo Genesio, rispettivamente all’inizio e alla fine del romanzo, di fronte ai quali il Riccetto assumerà atteggiamenti molto diversi, salvando l’uccellino e lasciando morire il ragazzo. Vengono così forniti al lettore tutti gli elementi necessari per comprendere la metamorfosi del personaggio.
    Tra le pagine prende così forma la critica di Pasolini alla società a lui contemporanea, tragicamente assorbita dai consumi e dal conformismo, che sottopone i ragazzi a brutali processi di disumanizzazione, fino a svuotarli completamente della propria essenza.
    Ad accentuare ulteriormente la posizione polemica di Pasolini, ma anche il suo intenso amore per i personaggi del romanzo, è l’utilizzo del dialetto parlato, dichiaratamente verghiano, tramite cui l’autore si immedesima pienamente nei suoi personaggi, raccontando una realtà concreta e reale per la quale egli si lascia andare ad “un’imperterrita dichiarazione d’amore”, come scrisse Contini.
    A scapito dell’utilizzo del dialetto romano, la lettura risulta molto scorrevole e coinvolgente. Il lettore si affeziona fin da subito all’immensa schiera di personaggi studiati dall’autore, che dimostra di saper incanalare l’attenzione con grande abilità. Lettura vivamente consigliata.
    Alberto Babrbirato

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  8. Pasolini è sempre stato un personaggio controverso, un uomo di profonda cultura, ma segnato da una vita movimentata e da espedienti che l’hanno portato a essere soggetto a molte critiche.
    Ragazzi di vita nasce dalla profonda ammirazione che Pasolini ha per la piccola società di sottoproletariato urbano che esisteva negli anni ‘50 a Roma.
    Il libro, che è un insieme di racconti frammentati che trovano luogo in questo contesto, a primo impatto appare primitivo e grezzo, a causa dell’ uso di un gergo piuttosto scurrile e di un dialetto romano misto alla lingua italiana; ma proprio questo aspetto permette di capire fino in fondo questa società del secondo dopoguerra, ormai scomparsa: le scorribande notturne e le disavventure di questi ragazzi riportano alla concezione di una vita genuina, destinata però a essere disintegrata dal capitalismo. Il personaggio soprannominato “il Riccetto”, non compare come protagonista in tutti i capitoli, ma rimane la figura di spicco del libro, a causa della sua crescita interiore che lo porterà a rispettare i canoni della piccola borghesia e che allo stesso momento rispecchia i passi che stava compiendo la società in quel periodo,per nulla positivi: attraverso, quindi,  le follie di un ragazzetto, Pasolini fa riflettere su temi mai trattati nella letteratura; con partecipazione e commozione viene descritta questa feroce violenza presente in una Roma piena di contraddizioni e di realtà diametralmente opposte, di ragazzi che con la loro folle spensieratezza affrontano le miserie giornaliere. Questa cruda realtà mi ha trasmesso una certa malinconia e mi ha fatto riflettere su una società dimenticata nella società con una morale che si scontra con la miseria di quei contesti. 
    Non l’ho trovata una lettura facile, e la causa la trovo nella struttura del libro che non segue una trama narrativa,ma soprattutto per quel senso di dispersione che ti perseguita per tutta la storia, paragonabile all’impossibilità di vedere la luce dell’orizzonte.

    Irene Zanirato V SA

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  9. Il romanzo, scritto da Pier Paolo Pasolini, racconta le vicende di alcuni ragazzi dei quartieri periferici romani nel dopoguerra.
    Il libro si articola attorno alle storie dei diversi ragazzi, raccontandone la loro vita dall'infanzia fino alla maggiore età; le vicende si alternano ma ruotano sopratutto intorno al Riccetto, personaggio principale dell'opera. Pasolini descrive Roma come una città caotica e segnata duramente dalla guerra, con un tasso di criminalità molto elevato, come dimostrano i personaggi che, appartenendo alla parte più povera della popolazione romana, sono costretti a compiere diversi atti criminali per sopravvivere. Il romanzo alla lettura può risultare un po' monotono e poco emozionante, ma proprio perché "Ragazzi di vita" espone la cruda realtà dell'epoca limitandosi a raccontare il dopoguerra romano. Il libro, essendo scritto interamente in dialetto romano, risulta molto realistico ma forse un po' ostico nella lettura, che però viene aiutata da un vocabolario nelle ultime pagine del libro contenente le parole più difficilmente comprensibili.

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  10. I protagonisti del romanzo sono un gruppo di ‘pischelli’ delle borgate romane degli anni ‘50, in particolare un giovane chiamato Riccetto.
    Si può infatti dire che egli sia il protagonista del racconto e, nonostante la sua immagine passi in secondo piano nell’ultima parte del libro, rimane una figura con molto rilievo.
    Questi ragazzi sono abituati a confrontarsi con la vita dura di tutti i giorni e per riuscire a sopravvivere compiono furti e truffe, con il semplice scopo di riuscire a vivere una vita tranquilla, senza problemi, in particolare economici.
    Il libro è appunto finalizzato alla denuncia del degrado e delle misere condizioni di gran parte della popolazione; è infatti per questo degrado che i ragazzi, sottoposti a questo contesto, sono obbligati a crescere troppo in fretta.
    Pasolini scrive quindi “ragazzi di vita” dopo un’attenta analisi del comportamento degli adolescenti della periferia romana e ha così la capacità di descrivere un’attualità senza censure, riuscendo a trasmettere crudeltà, miseria e solitudine.
    Ho apprezzato l’ambientazione, molto curata e dettagliata, con riferimenti ai luoghi romani.
    “Ragazzi di vita” è un libro duro e violento, ma con una forte potenza poiché Pasolini riesce a far immergere i lettori in questo mondo che può sembrare molto lontano ma che è la realtà.

    Testa Francesca, VSA

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  11. Personalmente il romanzo mi ha colpito per la descrizione, senza giri di parole, della realtà “nuda e cruda” della vita dei ragazzi: casi di prostituzione, furti, rapimenti e delitti. Tuttavia avrei preferito una narrazione unitaria che avesse seguito, per tutto il romanzo, le vicende dei personaggi in modo più ravvicinato e specifico, sottolineandone i cambiamenti sia psicologici sia all’ interno della società italiana degli anni Cinquanta. Il romanzo è scritto in un linguaggio moderno e scorrevole, ad eccezione dei discorsi diretti dei giovani ragazzi, scritti in dialetto romano. Il linguaggio mediocre dei ragazzi accompagna parallelamente le azioni riprovevoli che essi compiono.
    Tommaso Albertazzi



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  12. In questo romanzo Pasolini tratta argomenti molto forti quali la vita disastrosa che negli anni '50, ma ancora oggi, alcune persone si ritrovano a fare in quartieri infernali come Pietralata, ma non solo perché affronta anche temi come la prostituzione minorile o la delinquenza finalizzata alla sopravvivenza. Quest'opera racchiude un vero e proprio percorso di costruzione di una persona, in questo caso Riccetto che deve adattarsi e vivere un'adolescenza molto dura e pesante, subire molte condanne quali la prigione o la morte della madre e dell'amico per poi riuscire ad affermarsi come persona vera ed integrarsi nella società. L'autore utilizza un lessico che si adatta al contesto che viene raccontato, ricorrendo anche anche a forme dialettali, quindi un registro più basso, ma sempre in modo corretto. Il libro assume un tono pesante per via degli argomenti ma é molto interessante e invoglia alla lettura perché permette al lettore di esplorare una realtà che se non vissuta é difficile da immaginare. Questo libro mi é piaciuto nonostante, appunto, la trama fosse a tratti pesante e complicata.
    Giacomo Bolognesi

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  13. Molto interessante e particolare lo stile dell'autore, crudo ed essenziale, infatti vengono descritte scene di furti, crimini e prostituzione , al punto da farti sentire parte della storia, uno dei personaggi. Storie vere raccontate in un modo naturale, spontaneo, che fanno riflettere su uno spaccato della società che spesso non siamo in grado di vedere o non vogliamo vedere.

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