domenica 11 agosto 2019

"The prime of Miss Jean Brodie"

La libreria della nonna mi ha continuato ad incuriosire da quando riesco a ricordare. Ci sono sempre stati tanti libri vecchi, alcuni addirittura di suo padre, antecedenti alla guerra. Ho iniziato a sfogliare i romanzi in lingua originale inglese su cui mia nonna studiava ai tempi dell'università prima di diventare professoressa. Pagine piene di traduzioni, appunti e cartoline. Ho trovato una cartolina in particolare che mi ha fatto sorridere, veniva dall'estero ed era stata spedita da un suo alunno: "Grazie prof! Il suo inglese mi ha aiutato a rimorchiare!".
Il caso vuole che le mie letture siano cominciate proprio dalla storia di un'altra singolare professoressa, Jean Brodie.

I don't believe talking down to children, you are capable of grasping more than is generally appreciated by your elders. Education means leading out, from e, out and duco, I lead.

La prima pubblicazione risale al 1961 sullo storico magazine americano The New Yorker, su cui hanno pubblicato i loro racconti anche scrittori come Salinger e Roth.
Otto anni dopo Jean Brodie ha debuttato sul grande schermo, interpretata da Maggie Smith, oggi meglio conosciuta per il ruolo della professoressa McGranitt in nella saga cinematografica di Harry Potter.
Attualmente "The prime of Miss Jean Brodie" è considerato, secondo la classifica stilata dal quotidiano britannico The Guardian, tra i cento migliori romanzi in inglese di sempre.

 

Lo sfondo è l'Edimburgo degli anni Trenta del Novecento, con qualche agile flashforward nel Dopoguerra. Troviamo al centro del romanzo Jean Brodie, professoressa in una scuola femminile dallo stampo rigido e severo, con al seguito cinque bambine, poi ragazze e infine donne, ognuna con la propria peculiarità. Questo gruppetto è il famigerato Brodie set, cinque bambine che all'età di dieci anni erano state le predilette della loro professoressa, convinta potessero avere grandi potenzialità.
Jean Brodie si considera all'apice della sua vita, una donna libera, con metodi poco ortodossi, che rappresenta perfettamente la figura della femminista nel suo tempo. Come specificato nel terzo capitolo non si trattava di un caso isolato, ma quello che differenziava Jean Brodie da tutte le altre è stato calarsi in una posizione difficile, in un ambiente sfavorevole al suo modo di essere e di fare.
Pur essendo la protagonista una donna all'apice della sua vita, quest'ultima viene vista attraverso gli occhi delle ragazzine al suo seguito, permettendo al lettore di rimanere affascinato proprio come loro da questa donna e allo stesso tempo farsi rapire dal mistero della sua rovina.

Jean Brodie è un personaggio ispirato parzialmente a una professoressa dell'autrice Muriel Spark durante i suoi anni di studentessa, la quale fa da modello per quei particolari che rendono il personaggio vivido e verosimile.
Ho apprezzato molto lo stile di scrittura di Muriel Spark: essenziale e diretto, riesce a mettere a fuoco le personalità definite dei suoi personaggi e farci apprezzare il contenuto del romanzo senza ricorrere ad artificiosità o espressioni contorte. I salti temporali sono gestiti con grande maestria, mostrando tanto quanto serve ad attizzare la curiosità e rendere dinamica la narrazione.

Una delle ragioni per le quali questo romanzo mi ha colpita è l'aver incontrato un'insegnante egualmente forte ed essere diventata una delle sue "allieve personali", proprio come le ragazze del Brodie set. Questa lettura mi ha riportato alla mente molti bei ricordi: ad esempio, questa professoressa ci portava a bere tè mentre discorrevamo del nostro futuro e argomenti di attualità, come è descritto nel libro.

Le virtù e i difetti tragici di Jean Brodie al suo apice, nel loro piccolo, possono insegnare anche a noi, proprio come hanno fatto con le sue allieve.

Aurora Ferrari IVB

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