“The Handmaid’s Tale” è una serie televisiva drammatica statunitense basata, almeno per quanto riguarda la prima stagione, sull’omonimo romanzo di Margaret Atwood del 1985. La serie è ambientata negli Stati Uniti d’America in un futuro non ben specificato in cui, a seguito di una guerra civile, ha conquistato il potere un regime totalitario di estremisti cattolici, chimato Gilead. La società che viene immaginata è governata solo da uomini; in essa alle donne non è concesso di lavorare, maneggiare denaro e addirittura leggere, pena ricevere punizioni corporali.
Tale dittatura ha come obiettivo la risoluzione delle problematiche principali che affliggono l’umanità in quel periodo, cioè l’inquinamento atmosferico e il calo del tasso di fertilità nelle donne. Per risolvere il secondo problema, le donne della società vengono suddivise in caste, ben riconoscibili allo spettatore, in quanto ciascuna è obbligata ad indossare delle vesti di un colore specifico. Le donne ritenute non fertili sono sostanzialmente divise in tre gruppi: le “Mogli” (la serie rappresenta principalmente le mogli dei Comandanti, cioè delle figure più importanti dello stato), il cui ruolo è semplicemente quello di supportare il proprio marito, le “Marta”, ovvero le domestiche, mentre le restanti vengono spedite nelle Colonie a lavorare a contatto con i rifiuti tossici, come in una sorta di campo di concentramento. Va specificato che nelle Colonie vengono mandati anche gli omosessuali, che sono ritenuti dei peccatori, e tutte quelle donne che si ribellano in un qualche modo alla dittatura, come pena alternativa all’impiccagione e alla lapidazione.
Le donne fertili, cioè le “Ancelle”, vengono affidate esclusivamente alle famiglie d’élite della società. La loro figura è ispirata al passo della Bibbia di Rachele e Giacobbe, in cui la donna, non riuscendo ad avere dei figli, dona al marito la sua serva per metterla incinta. Il loro ruolo è quindi paragonabile a quello degli “uteri in affitto”. Le Ancelle vengono stuprate mensilmente dai mariti in rituali chiamati “Cerimonia”, durante i quali viene letto il passo della Bibbia prima citato. Una volta che entrano a far parte di questa società, alle Ancelle viene assegnato un nome in base al comandante per il quale prestano servizio, che ovviamente viene cambiato quando vengono trasferite in un’altra famiglia. La serie è narrata in prima persona da un’Ancella di nome June Osborne, chiamata Offred, cioè “Di Fred”, di proprietà del comandante Fred Waterford, uno dei creatori di Gilead.
Una caratteristica della serie che personalmente mi è molto piaciuta è che la narrazione alterna le vicende della protagonista a dei flashback, che mostrano sia la sua vita precedente, con il marito e la figlia, che il lento declino verso il regime. Ho particolarmente apprezzato questa serie soprattutto perché affronta moltissimi problemi che a primo impatto pensiamo siano distanti da noi, ma dopo un’attenta riflessione capiamo che sono presenti anche nella nostra realtà. Un esempio sono le ragazze molto giovani che vengono costrette a sposarsi, nella serie, così come in moltissimi paesi del mondo.
In generale ritengo che questa sia una delle serie più belle realizzate negli ultimi anni sotto diversi aspetti, tra i quali fotografia, trama e recitazione. È stata anche ampiamente apprezzata dalla critica e ha vinto, tra gli altri premi, due Golden Globes e nove Emmy Awards. Mi sento di consigliarvi caldamente questa serie, ma devo avvertirvi che potrebbe non piacere per la crudezza e violenza di certe scene, che rendono la visione abbastanza pesante. Tuttavia, sarete ampiamente ricompensati da regia e recitazione degni di nota.
Tale dittatura ha come obiettivo la risoluzione delle problematiche principali che affliggono l’umanità in quel periodo, cioè l’inquinamento atmosferico e il calo del tasso di fertilità nelle donne. Per risolvere il secondo problema, le donne della società vengono suddivise in caste, ben riconoscibili allo spettatore, in quanto ciascuna è obbligata ad indossare delle vesti di un colore specifico. Le donne ritenute non fertili sono sostanzialmente divise in tre gruppi: le “Mogli” (la serie rappresenta principalmente le mogli dei Comandanti, cioè delle figure più importanti dello stato), il cui ruolo è semplicemente quello di supportare il proprio marito, le “Marta”, ovvero le domestiche, mentre le restanti vengono spedite nelle Colonie a lavorare a contatto con i rifiuti tossici, come in una sorta di campo di concentramento. Va specificato che nelle Colonie vengono mandati anche gli omosessuali, che sono ritenuti dei peccatori, e tutte quelle donne che si ribellano in un qualche modo alla dittatura, come pena alternativa all’impiccagione e alla lapidazione.
Le donne fertili, cioè le “Ancelle”, vengono affidate esclusivamente alle famiglie d’élite della società. La loro figura è ispirata al passo della Bibbia di Rachele e Giacobbe, in cui la donna, non riuscendo ad avere dei figli, dona al marito la sua serva per metterla incinta. Il loro ruolo è quindi paragonabile a quello degli “uteri in affitto”. Le Ancelle vengono stuprate mensilmente dai mariti in rituali chiamati “Cerimonia”, durante i quali viene letto il passo della Bibbia prima citato. Una volta che entrano a far parte di questa società, alle Ancelle viene assegnato un nome in base al comandante per il quale prestano servizio, che ovviamente viene cambiato quando vengono trasferite in un’altra famiglia. La serie è narrata in prima persona da un’Ancella di nome June Osborne, chiamata Offred, cioè “Di Fred”, di proprietà del comandante Fred Waterford, uno dei creatori di Gilead.
Una caratteristica della serie che personalmente mi è molto piaciuta è che la narrazione alterna le vicende della protagonista a dei flashback, che mostrano sia la sua vita precedente, con il marito e la figlia, che il lento declino verso il regime. Ho particolarmente apprezzato questa serie soprattutto perché affronta moltissimi problemi che a primo impatto pensiamo siano distanti da noi, ma dopo un’attenta riflessione capiamo che sono presenti anche nella nostra realtà. Un esempio sono le ragazze molto giovani che vengono costrette a sposarsi, nella serie, così come in moltissimi paesi del mondo.
In generale ritengo che questa sia una delle serie più belle realizzate negli ultimi anni sotto diversi aspetti, tra i quali fotografia, trama e recitazione. È stata anche ampiamente apprezzata dalla critica e ha vinto, tra gli altri premi, due Golden Globes e nove Emmy Awards. Mi sento di consigliarvi caldamente questa serie, ma devo avvertirvi che potrebbe non piacere per la crudezza e violenza di certe scene, che rendono la visione abbastanza pesante. Tuttavia, sarete ampiamente ricompensati da regia e recitazione degni di nota.
Chiara D’Agostino 4°SB
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