lunedì 5 agosto 2019

“OLIVER TWIST”


Il film, diretto da Roman Polanski e uscito nelle sale nel 2005 , è tratto dall’omonimo libro dello scrittore inglese Charles Dickens, autore di diversi romanzi sociali. 

Esso è ambientato negli anni ’30 del 1800, durante la seconda rivoluzione industriale, a Londra, e il protagonista è interpretato dall’attore inglese Barney Clark. Oliver Twist è un bambino orfano costretto a vivere con altri ragazzi come lui in un ospizio, in cui tutti loro vengono sfruttati e mantenuti in condizioni malsane. Visto che viene dato loro pochissimo cibo e sono affamati, i bambini decidono di mandare uno di loro a chiedere una seconda porzione, ed è Oliver a cui tocca il compito. Il Consiglio decide di venderlo come garzone a cinque sterline, ma presso i signori a cui viene affidato egli viene insultato e maltrattato, perciò decide di scappare e incamminarsi per Londra. Qua incontra un ragazzo che fa parte di un gruppo di ladri, con a capo il vecchio Fagin, e viene ospitato da loro. Da questo momento in poi iniziano per Oliver i guai peggiori, ma nonostante questo egli mantiene sempre la sua educazione e continua a credere nei suoi buoni principi, ed è proprio questo che lo premia alla fine della storia.

L’aspetto che Dickens vuole sottolineare con il suo romanzo è come questo bambino rimanga di buon cuore senza farsi influenzare da chi lo spinge ad agire in modo disonesto. Per l’autore, che vuole denunciare le condizioni di parte della popolazione nella società dell’era vittoriana, Oliver rappresenta un nuovo eroe: il ragazzo infatti, nonostante manchi di una vera educazione, è un’ eccezione rispetto agli altri bambini e mantiene dei valori che lo aiutano ad ottenere finalmente una vita felice.

La scenografia rispecchia l’ambiente di Londra in quei tempi in modo convincente, l’andamento della storia è lineare, i personaggi sono ben caratterizzati ed esprimono immediatamente la loro personalità. E’ una visione piacevole, che può essere consigliata a tutti e che rende bene l’idea di come funzionasse la società agli inizi dell’800 in Inghilterra.

«è visivamente esatto e dettagliato senza essere troppo pittoresco... La recitazione è più realistica e vitale di quanto si possa credere; il Fagin di Kingsley è infinitamente più complesso di tutte le altre impersonificazioni dei precedenti film.» (Roger Elbert del Chicago Sun-Times)

Annalisa Ghiberti, IV SB

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