Il film, diretto da Roman Polanski e uscito nelle sale nel 2005 , è tratto dall’omonimo libro dello scrittore inglese Charles Dickens,
autore di diversi romanzi sociali.
Esso è ambientato negli anni ’30 del 1800, durante la
seconda rivoluzione industriale, a Londra, e il protagonista è interpretato
dall’attore inglese Barney Clark. Oliver Twist è un bambino orfano
costretto a vivere con altri ragazzi come lui in un ospizio, in cui tutti loro
vengono sfruttati e mantenuti in condizioni malsane. Visto che viene dato loro
pochissimo cibo e sono affamati, i bambini decidono di mandare uno di loro a
chiedere una seconda porzione, ed è Oliver a cui tocca il compito. Il Consiglio
decide di venderlo come garzone a cinque sterline, ma presso i signori a cui
viene affidato egli viene insultato e maltrattato, perciò decide di scappare e
incamminarsi per Londra. Qua incontra un ragazzo che fa parte di un gruppo di
ladri, con a capo il vecchio Fagin, e viene ospitato da loro. Da questo momento
in poi iniziano per Oliver i guai peggiori, ma nonostante questo egli mantiene
sempre la sua educazione e continua a credere nei suoi buoni principi, ed è
proprio questo che lo premia alla fine della storia.
L’aspetto che Dickens vuole sottolineare con il suo romanzo è come questo bambino rimanga di buon cuore senza farsi influenzare da chi
lo spinge ad agire in modo disonesto. Per l’autore, che vuole denunciare le
condizioni di parte della popolazione nella società dell’era vittoriana, Oliver
rappresenta un nuovo eroe: il ragazzo infatti, nonostante manchi di una vera
educazione, è un’ eccezione rispetto agli altri bambini e mantiene dei valori
che lo aiutano ad ottenere finalmente una vita felice.
La scenografia rispecchia l’ambiente di Londra in quei
tempi in modo convincente, l’andamento della storia è lineare, i personaggi sono
ben caratterizzati ed esprimono immediatamente la loro personalità. E’ una
visione piacevole, che può essere consigliata a tutti e che rende bene l’idea di come funzionasse la società agli inizi dell’800 in
Inghilterra.
«è visivamente esatto e dettagliato senza essere troppo
pittoresco... La recitazione è più realistica e vitale di quanto si possa
credere; il Fagin di Kingsley è infinitamente più complesso di tutte le altre
impersonificazioni dei precedenti film.» (Roger Elbert del Chicago
Sun-Times)
Annalisa Ghiberti, IV SB
Nessun commento:
Posta un commento