mercoledì 28 agosto 2019

‘Non lasciarmi’ del premio Nobel: Kazuo Ishiguro




Se qualcuno mi chiedesse ‘ti è piaciuto questo libro?’, io non saprei come rispondere. 
Mi spiego meglio, leggere ‘non lasciarmi’ è stato come mangiare una pizza buona, ma servita in dieci portate minuscole, dopo un po’ non hai più fame e ti alzeresti dal tavolo... insomma l’ho trovato un po’ lento e noioso in alcuni tratti.
La storia è ricca, narra di un progetto di clonazione di esseri umani utili a diventare ‘donatori’, cioè una sorta di banca degli organi di cui i malati necessitano. L’io narrante è Kath, una ragazza nata e cresciuta per questo scopo. Kath ci racconta di Heilsham, il collegio speciale dove è cresciuta con gli amici coprotagonisti Tommy e Ruth, attraversando le varie tappe del programma fino alla conclusione. L’autore è stato capace di creare una sorta di mondo sospeso: i ragazzi sono a conoscenza del loro destino ma riescono comunque a condurre vite ‘fluide’ con la piena accettazione del loro compito. Tommy però è l’unico personaggio che da bambino manifesta una sorta di ribellione inconsapevole, un disturbo psicologico, fatto di eccessi d’ira e urla improvvise, che lo porta ad essere vittima di bullismo ed esclusione, non da Kath però, che nutre per lui un sentimento speciale.
Interessanti le tematiche affrontate con un punto di vista non banale: l’amore, la solitudine, la sofferenza, la morte...il tutto con molta delicatezza, come se dovesse rendere il tutto meno tragico possibile.
 La sensazione che ho avuto leggendo il romanzo, è stata quella di affrontare le pagine indossando un paio di occhiali dalle lenti grigie, come se ogni cosa, persona, ambiente fosse coperto da un velo cupo. La storia pervade il lettore di malinconia e avvilimento. Lo stile scelto quindi è perfetto per la storia.
Consiglio la lettura di questo romanzo perchè offre uno spunto di riflessione su quanto possano essere tragiche le conseguenze delle scoperte scientifiche, se incontrollate, e poi perchè il signor Kazuo Ishiguro è pur sempre un premio Nobel e dunque chi sono io per sminuire la sua opera? 


agnese, VSA

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