Green Book era la guida che indicava gli alberghi e i
ristoranti accessibili ai neri, indispensabile, ancora nei primi anni 60, alle persone
di colore che volevano viaggiare nel profondo sud degli Stati Uniti.
Da questo libro prende il titolo l’avvincente film del
regista Peter Farrelly, vincitore del premio Oscar 2019, che racconta la storia
realmente accaduta, di un pianista di colore divenuto ricco e famoso nella più “moderna”
New York, che decide di intraprendere una tournée negli stati del sud e,
consapevole dei problemi cui andrà incontro, decide di farsi accompagnare da un
rude buttafuori dei night, che viene assoldato come autista e “guardaspalle”.
Si tratta dell’italo americano Tony Vallelonga, che abita
nel Bronx e all’inizio del film dà segni di razzismo verso i neri (tanto da
buttare via i bicchieri in cui la moglie aveva dato da bere a due muratori di
colore) e a fatica sopravvive senza farsi coinvolgere dalla mafia ben presente
nella sua comunità.
Sulle prime vi è diffidenza tra i due, ma durante il lungo
viaggio nasce una confidenza che alla fine si trasforma in vera e propria amicizia,
a dimostrazione che la conoscenza tra le persone porta a superare il razzismo.
Il pianista Don Shirley è un personaggio molto complesso:
non suona il Jazz, la musica tradizionale dei neri, ma una versione personalissima
della musica classica, molto apprezzata dai bianchi facoltosi. Questa è una
delle cause della sua crisi di identità: si sente rifiutato dai neri perché
ricco e diverso da loro e non accettato dai bianchi che, negli stati del sud,
lo costringono a non utilizzare i loro bagni e non gli consentono di cenare nei
loro ristoranti, nonostante sia la star della serata.
Il messaggio del pianista colto all’irruento autista che
vorrebbe ribellarsi alle ingiustizie che subisce l’amico di colore è che ci vuole
pazienza e che non è la violenza, ma la dignità, l’arma che cambierà i cuori
degli uomini e consentirà di migliorare la società.
Durante il viaggio i due si arricchiscono sempre più a
vicenda, scambiandosi valori e sentimenti.
Il ricco pianista impara ad apprezzare i cibi semplici come
il pollo fritto, prova per la prima volta la gioia di una festa di Natale in
cui suona il jazz con i neri poveri in un locale per “coloured” e capisce il
valore fondamentale che riveste, per Tony e per la comunità italo americana, la
famiglia.
La bellezza del film risiede nel fatto che questi temi
importanti sono affrontati in maniera divertente, con una trama che riserva
sempre colpi di scena, grande comicità e “suspence”.
Michele Brignolo IV B
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