Aldo Cazzullo si rivolge ai propri figli e a tutti i
ragazzi: li invita a non confondere la vita virtuale con quella reale, a non
bruciarsi davanti ai videogame, a non andare sempre in giro con le cuffiette, a
non rinunciare ai libri, al cinema, ai concerti, al teatro; e soprattutto a
salvare i rapporti umani con i parenti e i professori, condividendo la
gioia della conversazione vera. I suoi figli, Francesco e Rossana, rispondono
spiegando al padre e a tutti gli adulti il rapporto della loro generazione con
il telefonino e la rete: questi strumenti consentono di vivere una vita più
ricca, di conoscere persone nuove, di mettere lo studente al centro della scuola,
di leggere i classici.
Dal confronto tra le due posizioni nasce un dialogo serrato
sui rischi e sulle opportunità del nostro tempo: la cattiveria online, gli
youtuber e l'elogio dell'ignoranza, i cyberbulli, gli idoli del web, i padroni
delle anime da Facebook ad Amazon, l'educazione sentimentale affidata a
YouPorn, la distruzione dei posti di lavoro e della cultura tradizionale, i
nuovi politici da Trump a Grillo, ma anche i nonni che imparano a usare
le chat per parlare coi nipoti, la possibilità di organizzare una
resistenza contro le dittature, la nascita di una gioventù globale unita
dalla rete.
Si tratta di un libro molto utile per capire come la
tecnologia e i suoi progressi influenzino la società odierna. Bellissimo e di
particolare effetto il confronto tra come la tecnologia venga vista e vissuta
da un cinquantenne padre di famiglia e dai suoi figli ventenni. Talvolta si
tende a esaltare eccessivamente la tecnologia o, al contrario, a sminuirla
totalmente e gli autori ci portano invece a riflettere con equilibrio sui
pro e i contro ad essa collegati.
Alla fine della lettura però mi sono chiesto se questo
dialogo tra padre e figli non sia stato progettato dall'inizio per far
prevalere nella conclusione l’idea dei ragazzi sull’utilità delle tecnologie.
Infatti ho trovato gli argomenti a favore della tesi di Aldo Cazzullo poco
convincenti, forse perché non li condivideva pienamente neppure lui.
Luca Lavina II SA
Il punto di forza di questo libro secondo me si trova proprio nel confronto generazionale, il quale permette di non evidenziare solo le debolezze e i rischi delle nuove tecnologie ma offre spazio ai giovani protagonisti di spiegare ciò che molto spesso rimane trascurato da genitori, parenti e adulti: il lato positivo della tecnologia, fatto di opportunità, nuove scoperte e immaginazione.
RispondiElimina