lunedì 23 gennaio 2023

IL POTERE DELLA NOIA

Quando si parla di noia, inteso come stato psicofisico, si ha sempre un’idea negativa, tanto che nel Medioevo si è estremizzato questo concetto fino alla concezione del peccato capitale di accidia. Consideriamo però l’accidia un concetto diverso dalla noia, la definiamo come una delle modalità con cui può essere spesa. Non voglio parlarvi di noia perché credo vi annoierete, ma voglio parlarne per capire il valore della vitalità, come se parlassi della povertà per capire il valore della ricchezza.



Nella vita i momenti di noia arrivano quando rimaniamo soli con noi stessi, senza che non ci sia banalmente nessuna attività ad intrattenerci (distinguendo ovviamente la noia dal riposo). Il tempo perde valore e il corpo percepisce un palco troppo grande per lo spettacolo della nostra vita. Questo momento è delicatissimo e anche se viene spesso trattato come fosse un intermezzo tra quelli che crediamo gli atti della nostra vita, in realtà è tra le occasioni più importanti che abbiamo per scoprirla. Alcuni sociologi e filosofi lo hanno definito come “lo stadio che precede la creatività” e questo perché privati di impulsi esterni, rimasti soli con la nostra coscienza, siamo obbligati ad ascoltare noi stessi, i nostri bisogni. Questo tempo ci permette di formalizzare i nostri desideri, di sentire la mancanza di quello che ci fa stare bene oppure capire che manca qualcosa che dobbiamo cercare. Purtroppo in questo periodo non ci è concesso spesso annoiarci, e non per gli impegni, ma perché abbiamo sempre in tasca qualcosa che può intrattenerci, preferendo essere spettatori piuttosto che protagonisti di una vita che a volte sentiamo pesante.
Il rischio è quindi quello di distrarsi da se stessi, proprio nel periodo in cui diamo forma alla nostra persona e determiniamo i nostri principi. Ciò che rende la noia insidiosa non è la noia stessa, ma come proviamo ad evitarla, come le nostre paure sempre più grandi della realtà che può ospitarle. Quando ci alziamo la mattina, quanto tempo dedichiamo a pensare al perché ci stiamo alzando così presto? Oppure guardiamo i messaggi? Quante volte ci fermiamo a osservare il grande dinamismo che ci circonda invece di guardare un’altra superficie, meno profonda e complessa? In questi momenti stiamo inconsapevolmente evitando la noia, proprio perché essendo uno stato fisico “spiacevole” il nostro corpo ci induce a scegliere attività che possano soddisfarci immediatamente.
Non voglio quindi invitarvi ad annoiarvi, ma a scoprire la vostra creatività, i vostri bisogni e ad apprezzare quello che vi circonda.

Fadil Likaj, 2SD

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