Potrei
definirla la mia più grande paura o forse la più grande paura di tutti gli
esseri viventi. Per essere scolastici potremmo descriverla come una condizione esistenziale
nella quale siamo esclusi da ogni presenza altrui. Spesso riteniamo di essere
soli poiché ci sentiamo emarginati o trascurati, ma stiamo sbagliando. Si
tratta di un‘illusione che accresce la nostra smania si sentirci vittime nei
confronti del mondo. Bisogna mettere in chiaro che quella che noi definiamo esclusione
non è la vera solitudine. In verità, nessuno
può considerarsi solo, se vive all’interno di un mondo frenetico e pieno di
vita come il nostro.
L’uomo è fragile per sua natura e
tra le necessità primarie troviamo il bisogno di aggregarsi con altri uomini.
Andando a ritroso nella storia scopriremmo che la ricerca del confronto e della
relazione è stata la principale ragione della nostra sopravvivenza e la nostra
società ne è la testimonianza. Tutto ciò vale anche per il mondo animale, che
riporta esempi in ogni specie e ci fa
concludere che nessun essere vivente può
sopravvivere da solo. La continua
ricerca di compagnia propria degli esseri umani deriva dal fatto che essa
rappresenta l’unico modo efficace per affrontare le difficoltà. L’unione fa la
forza. Potremmo considerarci soli se
guardiamo al rapporto tra l’uomo e l‘universo; ma sappiamo ancora troppo poco
per poter affermare che non ci sia nessun’altra forma vivente in questo spazio
senza limiti.
Credo che nessuno conosca per
davvero la solitudine, poiché le stesse religioni ci aiutano a non sentirci
soli. Al di là delle nostre percezioni sensibili, riusciamo comunque a trovare
qualcosa o qualcuno con cui parlare e confrontarci. Se facessimo un’indagine
tra la gente di una qualsiasi città, interpellando uno a uno su cosa ritenga
che sia la solitudine, ne verrebbe fuori una miriade di definizioni diverse. La
solitudine è soggettiva! È una realtà ignota, proprio come la nostra anima. La
solitudine è la massima condizione di fragilità, ma anche l’unico modo per
conoscere se stessi nel profondo.
Nessun commento:
Posta un commento