martedì 17 settembre 2019

"UNA QUESTIONE PRIVATA" di Beppe Fenoglio

La storia racconta le frenetiche vicende e disavventure nelle Langhe del giovane partigiano badogliano Milton durante la Seconda Guerra Mondiale.  Dopo aver scoperto di una possibile relazione tra la sua amata Fulvia, giovane torinese e il suo migliore amico Giorgio Clerici Milton "Non poteva più vivere senza sapere e,soprattutto,non poteva morire senza sapere".
Milton è in contraddizione con se stesso e con quelli che dovebbero essere i suoi ideali sulla e per la Resistenza.
-"Correva con gli occhi sgranati..." a mio avviso interessato apparentemente,solo apparentemente, a tutto e a tutti, alla Resistenza,ai gruppi Badogliani e a quelli Garibaldini...In realtà unico suo scopo avere una relazione con una ipotetica Fulvia che in lui vede, probabilemente, solamente un amico ma non,certamente, un amante...
-"vedendo pochissimo della terra e nulla del cielo" : Milton vede ciò che sogna, ciò che spera,non ciò che è in reltà,non ciò che è realmente la guerra,vive in un mondo suo, confuso tra realtà e sogno... cercherà di arrivare all'amato scopo che, in realtà, nulla ha a che vedere con la resistenza, con l'essere "fascista o antifascista", "garibaldino o badogliano"... Perde di vista l'ideale principale: la Resistenza: la Resilienza per un' ideale di libertà civile contro un oppressore che tutto può e nulla lascia all'essere umano.
Milton è il classico buon ragazzo di famiglia proletaria che istintivamente è mosso da ideali di cui ha sempre sentito parlare e che hanno fatto parte della sua educazione: libertà, giustizia, fratellanza ma non ha chiaro quale sia il suo vero scopo quindi "si muove con poca razionalità" muovendosi in un sogno irrealizzabile, infinito : come unico scopo non una vera resistenza da partigiano ma l'utilizzo di alcuni ideali solo ed unicamente, per raggiungere un effimero e spregiudicato sentimento verso una donna che probabilmente non lo amerà mai e che,forse, non rivedrà mai più!
Lo scritto di Fenoglio é magistralmente espresso sia in parole che in immagini, molto spesso rappresentative del momento catartico in cui il personaggio si muove; in una rappresentazione di natura triste e desolata, si legge un Milton triste ed affranto, mentre con un paesaggio allegro ed inusuale per il periodo (siamo nel Novembre 1944)un Milton che si riprende ed agisce con azioni inconcepibili, seguite da sentimenti altrettanto e totalmente contraddittori ed abbagliati dall'egoismo,come se non si muovesse in un periodo così carico di tensioni e morti...Come se non vedesse e non vivesse, la vera realtà della guerra ma solo ed unicamente la sua questione privata.

Lucrezia Baldini
IIIA

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