Un romanzo che bisogna leggere. Questa potrbbe essere la sintesi del mio intervento.
1984 di George Orwell è un romanzo distopico, probabilmente il romanzo distopico per eccellenza. Winston Smith, il protagonista, abita in un mondo spartito tra tre superpotenze in costante lotta tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. Egli abita a Londra, la decadente capitale dell’Oceania, in cui si segue il Socing, il socialismo inglese, una dittatura monopartitica. In questo mondo teoricamente nulla è vietato: non è vietato pensare, non è vietato amare, non è vietato vivere; ma lo diventa se non si segue l’ideologia del partito. Il partito, dominato dal “Grande Fratello”, che ti guarda sempre e sa tutto, controlla la popolazione in un modo che va ben oltre la costrizione fisica: controlla il pensiero, la verità, la natura, il passato e il futuro. Un finale straziante corona la vicenda e fa assaporare il pessimismo di cui è impregnato il romanzo.
È un libro che bisogna leggere, tanto più in questo momento storico in cui chiunque può modificare la realtà dal proprio computer e le notizie che si leggono in rete non danno nessuna garanzia di attendibilità, ma hanno un potere enorme. Dopo questa lettura si rimane con una sensazione di amarezza, necessaria però per educare ad aderire in maniera più matura a ciò che può essere opinabilmente ritenuto vero (non cioè per esempio con atteggiamenti insofferenti verso la conoscenza scientifica).
La verità risiede dove gli uomini pensano che risieda.
Pubblicato nel 1949 questo capolavoro diventa più attuale ogni giorno che passa, ricordandoci il limite estremo fino al quale possa spingersi l’umanità.
Umberto Ronco IV B
Nessun commento:
Posta un commento