"Ragazzi di
vita” è il titolo di un romanzo di successo, pubblicato nel 1955, da Pier Paolo
Pasolini. L’opera è ambientata a Roma negli anni del Secondo dopoguerra, tra il
1945 e il 1960, e vede come protagonisti alcuni ragazzi di borgata il cui unico
pensiero è arrivare a fine giornata. Il Riccetto, Agnolo, Marcello ed il
Caciotta sono adolescenti privi di istruzione ed educazione a causa di una società
degradata e messa in disparte, vanno in giro a trovare oggetti che potrebbero
rivendere per guadagnare del denaro. Rischiano ogni giorno la loro vita non
solo per la pericolosità della zona ma anche e soprattutto per la mancata
manutenzione degli edifici, ne è un esempio la morte sia della madre del
Riccetto sia di Marcello a causa del crollo della scuola. I ragazzi di Donna
Olimpia sono irresponsabili, ignoranti e senza progetti per il loro futuro,
continuamente influenzati negativamente dal mondo che li circonda e dalle
persone che frequentano. Il Riccetto ed il Caciotta dopo aver portato a termine
la vendita di alcune poltrone ottengo dei soldi, ne spendono una parte per
comprare capi di abbigliamento nuovi mentre sprecano la restante porzione alla
bisca sotto consiglio di un ragazzo inaffidabile di nome Amerigo. Una sera
mentre giocano d’azzardo arriva la polizia e sia il Caciotta che Amerigo
vengono presi e portati in carcere mentre il Riccetto riesce a non farsi
trovare e scappa. Amerigo muore suicida poco tempo dopo mentre il Riccetto si
ritrova con un suo vecchio amico, il Lenzetta. Un giorno il Riccetto finisce in
carcere per un crimine mai commesso ma tre anni dopo, una volta uscito decide
di tornare dal suo gruppo di amici; tra cui Alduccio ed il Begalone. L’episodio
conclusivo del romanzo fa riflettere sul contrasto di emozioni presente in ogni
ragazzo di Donna Olimpia, infatti la vicenda conclusiva racconta una tragedia;
la morte di Genesio a causa della forte corrente del fiume Aniene. Tra coloro
che assistono alla disgrazia non vi sono solo i fratelli minori di Genesio ma
vi è anche il Riccetto che osserva la scena senza intervenire. E’ questo il
dualismo presente in ognuno di loro, il Riccetto anni prima aveva mostrato la
sua gentilezza e il suo valore salvando una rondine che stava per essere
portata via dalla corrente mentre ora si sente di non voler rischiare la
propria vita e preferisce non agire e andare via. Questo gesto dimostra che il
Riccetto è cresciuto, è diventato più egoista e con ciò mette la sua vita prima
di quella del suo amico. Pasolini attraverso episodi di una quotidianità decadente
dimostra le vere condizioni di vita di individui in difficoltà, l’infanzia
fittizia di bambini che devono crescere per aiutare i genitori ad affrontare i
problemi economici, gli atti vandalici di ragazzi senza speranze; privi di
sogni e progetti da realizzare. L’autore rende le vicende vissute
dai ragazzi come sintesi di un mondo a sé, un mondo “dimenticato” e ignorato
dallo Stato. Una realtà difficile in cui è necessario crescere per
sopravvivere. Dal mio punto di vista Pasolini ha scritto un’opera molto
significativa perché oltre ad analizzare la cruda verità dei quartieri
malfamati ha riportato i fatti in modo preciso senza nascondersi dietro vuote
apparenze. Infatti l’autore ha utilizzato il linguaggio della malavita per dar
voce ai protagonisti, il gergo con cui nella vita di ogni giorno i ragazzi di
Donna Olimpia comunicano, al posto di un lessico eccessivamente elaborato e
contraffatto.
Giovanni Cione, IV SA

Il romanzo è composto da otto capitoli nei quali emergono episodi che raccontano la vita di un gruppo di ragazzi di Pietralata, quartiere dell’infernale periferia romana degli anni ’50. I protagonisti sono:Riccetto, Marcello, Alduccio, Caciotta, Lenzetta, Genesio, Begalone, Pistoletta,i quali sono i “ragazzi di vita”. Riccetto, figura principale nella prima parte del romanzo, abita con la famiglia in una scuola divenuta centro di raccolta per sfollati. Vive come molti suoi coetanei aggirandosi nei bassifondi della città popolati di ladri, truffatori e prostitute. La sua formazione avviene attraverso furti di vario genere, il gioco d’azzardo e l’incontro con la prostituta Nadia. Riesce sempre a cavarsela tranne una volta in cui accusato di un furto non commesso viene condannato a tre anni di galera. Riccetto è capace però anche di episodi di generosità, come quando si tuffa nelle acque del Tevere col rischio di annegare per salvare una rondine. Successivamente egli decide di iniziare a lavorare e si integra nella società consumistica. Gli altri ragazzi di vita, che nella seconda parte del romanzo acquistano maggiore risalto, sono destinati al carcere, alla prostituzione e alla morte precoce. Alduccio è alle prese con una famiglia disgraziata: padre alcolizzato, madre epilettica, sorella incinta con manie suicide. Marcello muore sotto le macerie di un edificio, Amerigo si uccide, Begalone è gravemente ammalato.Piattoletta muore bruciato al palo della tortura durante un gioco feroce; Genesio, il più taciturno, annega nelle acque dell’Aniene. Riccetto assiste alla tragedia, ma non interviene perché ora che ha un lavoro vuole evitare guai.
RispondiEliminaQuesto è un libro molto interessante e di facile lettura in quanto usa un lessico basso e facilmente comprensibile ma che è comunque in grado di trattare argomenti molto delicati e di sensibilizzare il lettore con il racconto della vita di questi ragazzi la cui vita, per noi che non siamo mai stati in contatto con certe situazioni, è difficilmente immaginabile