“Il fu Mattia Pascal” è un celebre romanzo dello scrittore italiano Luigi Pirandello, pubblicato nel 1904.
L’
opera, ambientata tra la fine dell’ 800 e gli inizi del ‘900, tratta le
vicende di Mattia Pascal attraverso un lungo e unico flashback del
protagonista. Egli vive nel paesino di Miragno con la propria famiglia
e, dopo una serie di avvenimenti e alcune avventure amorose, circola la
notizia della sua morte, in quanto un cadavere simile a lui è stato
trovato nel fiume Stia, vicino al mulino del suo paese. Siccome la morte
sia della madre sia della figlia, avuta da Romilda, avevano minato il
suo morale, egli coglie l’ occasione per “rinascere” e incominciare una
nuova vita anche grazie alle, circa, 82 mila lire vinte al Casinò di
Montecarlo poco tempo prima. Mattia Pascal, allora, intraprende un tour
europeo che lo porta a Roma, dove decide di stanziarsi in una casa
arredata dove già abita una famiglia. Decide di cambiare nome dato che
ufficialmente Mattia Pascal è deceduto e decide di chiamarsi Adriano
Meis. Qui a Roma si innamora di Adriana, figlia del padrone di casa
Anselmo Paleari. Tuttavia, non essendo registrato all’ anagrafe, non può
né svolgere semplici attività quotidiane né sposare Adriana. Decide,
perciò, di abbandonare questa vita nell’ombra, simula il suicidio su un
ponte sul Tevere e torna nel paesino d’ origine.
Tornato
due anni dopo a Miragno, si riappropria della sua vera identità ma
scopre che Romilda è sposata con Pomino, suo vecchio amico. Su consiglio
di Don Eligio, custode della biblioteca del paese, mette per iscritto
le sue vicende.
Lo stile è lineare e l’ autore riferisce alcuni suoi pensieri e riflessioni tramite la voce di Mattia Pascal.
Penso
che Mattia/Adriano possa essere considerato un antieroe che, grazie ad
un malinteso, cerca di cambiare le sorti del proprio destino; tentativo
che risulta, in conclusione, un fallimento. Il protagonista, alla fine
del romanzo, constata di non poter essere che Mattia, dopo aver tentato
di essere Adriano Meis, il suo alter ego attraverso il quale aveva
cercato di vivere la sua nuova vita lontano dalla sua triste monotonia
di Miragno.
Tommaso Albertazzi IV SA
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