mercoledì 21 agosto 2019

I Malavoglia di Giovanni Verga

Il romanzo “I Malavoglia” dell’autore Giovanni Verga pubblicato a Milano nel 1881 e inserito “nel ciclo dei vinti” insieme ad altre due opere del medesimo autore, rappresenta il maggiore contributo italiano alla grande stagione del romanzo europeo. Questo testo, divenuto famosissimo, traccia in maniera molto accurata le vicissitudini della famiglia Toscano anche detta Malavoglia, di Acitrezza, nel catanese. Probabilmente molti conoscono già questo libro e sanno di cosa parla poiché si tratta di uno dei più famosi classici della storia italiana ed è per questo motivo che tralascio la trama per giungere alle mie considerazioni personali. Partendo dall’inizio, mi ha colpito molto come senza volerlo sia stato catapultato in questo paesino pieno di vita e tradizioni dell’Italia meridionale ottocentesca. Posso dire che trattandosi di un mondo diverso dal mio subito non riuscivo a comprendere il perché di molte azioni compiute dai personaggi e mi sentivo quasi un estraneo venuto da chissà dove e trovatomi di fronte la storia della famiglia Malavoglia, non facevo altro che assistere in disparte alle loro tragedie. Con lo sfogliare delle pagine le cose cambiarono poiché iniziavo a capire come andavano le cose in quel mondo tanto diverso e col passare del tempo mi sentivo quasi un membro di quella sciagurata famiglia tanto li conoscevo bene e a fondo e mi capitava a volte di volermi rendere utile per aiutarli oppure a prendermela io stesso con quella provvidenza crudele che non gliene lasciava passare una. Purtroppo nel momento in cui ti senti il più vicino possibile a quella povera gente è anche il momento in cui vorresti poter cambiare le cose e fare in modo che non vada a finire così, cercando di far capire che c’è sempre speranza anche quando ogni cosa sembra esserti contro lasciandoti impotente. Giunto alla conclusione del libro ero rimasto sorpreso perché non  mi sarei aspettato quel tipo di finale ma speravo che dopo tutte quelle disavventure per “I Malavoglia” si prospettasse un futuro migliore e che ogni cosa si sarebbe risolta al meglio ma dalle ultime parole ho capito che forse quella loro mala sorte non li abbandonerà mai. Chiuso il libro però pensai che quel finale conteneva in sé un messaggio che lo rendeva diverso da molti altri libri che ho letto dove ogni cosa si risolveva sempre in un finale felice. il Verga secondo me ha voluto rendere questa storia il più reale possibile quasi come se questa famiglia fosse esistita davvero e non sia stata frutto della sua immaginazione e ci è pienamente riuscito presentandoci una piccola fetta di società italiana di metà ottocento, facendoci entrare in quello che era quel mondo e insegnandoci a pensare come quella gente nonostante noi fossimo degli osservatori esterni alla scena. Egli è stato in grado di trasmetterci ogni sfumatura della vita di quelle persone riuscendo  a far trasparire i loro pensieri e  facendo in modo di portare il lettore in quei luoghi e guardarli da vicino, andando al di là di ciò che significa raccontare una storia.

Davide Gambino 4°B

3 commenti:

  1. Ciao, Davide. Purtroppo, a differenza di te, questo romanzo, nonostante sia diventato un classico e nonostante la sua popolarità, non mi ha affatto entusiasmato.
    Avevo delle aspettative piuttosto elevate per quest'opera letteraria di Verga, ma l'ho trovata monotona e ripetitiva, non solo nella storia in sé, ma anche nei dialoghi tenuti dai vari personaggi.
    Un aspetto positivo l'ho riscontrato nella precisa descrizione dell'ambientazione e nell'autenticità dei personaggi, ma non ho provato empatia per alcuno di essi ad esclusione di Padron 'Ntoni in alcuni passi.
    Probabilmente, non fosse stata una lettura obbligatoria, mi sarei avvalso dei diritti del lettore (stilati da Pennac) e non avrei portato a termine la lettura di questo romanzo.

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  2. Dopo aver letto il libro , posso affermare che non mi è piaciuto molto , per diversi motivi . Innanzitutto ho trovato il libro alquanto monotono e con un andamento piuttosto lento , cosa che ha diminuitio il mio interesse , mentre invece un andamento più veloce avrebbe prodotto l’effetto opposto. Dopodiche ho trovato difficile l’immedesimarsi nell’ambientazione rappresentata ne “ I Malavoglia “ , e forse questo è stato il fattore che ha inciso di più .Vero è che la storia raccontata non è troppo lontana rispetto a noi in confronto ad altri racconti , ma questo paese di campagna non mi rappresenta molto .Un’aspetto invece positivo sono stati i personaggi rappresentati , in grado di variare molto e di adattarsi alle diverse situazioni , anche se ritengo che siano troppo numerosi e che questo aspetto possa in alcuni casi diminuire la comprensione dell’opera.

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  3. Dopo aver letto il libro , posso affermare che non mi è piaciuto molto , per diversi motivi . Innanzitutto ho trovato il libro alquanto monotono e con un andamento piuttosto lento , cosa che ha diminuitio il mio interesse , mentre invece un andamento più veloce avrebbe prodotto l’effetto opposto. Dopodichè ho trovato difficile immedesimarmi nell’ambientazione rappresentata ne “ I Malavoglia “ , e forse questo è stato il fattore che ha inciso di più .Vero è che la storia raccontata non è troppo lontana rispetto a noi in confronto ad altri racconti , ma questo villaggio di pescatori non mi rappresenta molto .Un aspetto invece positivo sono stati i personaggi , in grado di variare molto e di adattarsi alle diverse situazioni , anche se ritengo che siano troppo numerosi e che questo aspetto possa in alcuni casi diminuire la comprensione dell’opera. Inoltre ho trovato il linguaggio piuttosto lontano da mio modo di esprimermi e questo mi ha reso più difficile la comprensione del filo conduttore della storia .

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