lunedì 6 maggio 2019

IL PRANZO DI BABETTE

Alla parola "cibo" gli ospiti, con le loro vecchie teste chine sulle mani giunte, ricordarono che s'erano giurati di non pronunciar parola su quell'argomento, e in cuor loro rafforzarono il voto: non gli avrebbero neppure dedicato un pensiero! Erano seduti a mensa, è vero, come si erano seduti i convitati alle nozze di Cana. E la grafia aveva scelto di manifestarsi qui, nel vino stesso, in pienezza, come ovunque. Il ragazzo di Babette colmò un bicchierino di fronte a ogni membro della comitiva. Essi lo portarono alle labbra, gravi, a conferma della loro risoluzione. Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all'altezza del naso e poi degli occhi, e lo posò poi, sbalordito. "Che strano!" pensò. "Amontillado! E del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato.''
Babette, da grande artista qual era, decise di preparare un pranzo della tradizione gastronomica norvegese, per ringraziare le sorelle dell'ospitalità in quei dodici anni passati insieme. Si era informata, aveva parlato con le donne del paese e preparò per quell'occasione speciale piatti poveri ma esaltati nel gusto dal suo enorme talento culinario.
Quando tutti i suoi ospiti furnono seduti a tavola, Babette servì un merluzzo lesso condito con mostarda e intinto nel burro. La cuoca, dietro consiglio delle donne del paese, aveva preventivamente ''martellato'' il pesce e lo aveva lasciato in ammollo con la corteccia di frassino. ''Ma questo è Lutefisk!'', avevano esclamato stupiti i Membri della Congregazione, infrangendo la regola del silenzio sul cibo che si erano imposti. I complimenti non si feccero attendere, in particolare da parte del generale Loewenhielm che, incuriosito dalla pietanza, si alzò per raggiungere Babette in cucina, poìchè voleva assolutamente scoprire la ricetta e i di quel magnifico piatto.
''Delizioso!'', esclamò il generale, una volta giunto in cucina ''Qual è il suo segreto, signora Babette?''. Entusiasta del complimento la cuoca rispose che l'unico segreto era l'amore che lei riusciva a trasmettere ai piatti ogni volta che cucinava.
A questo punto il generale sorrise e tornò a tavola. Babette servì come seconda portata una coscia di montone; non era certo una carne pregiata, anzi era il pezzo destinato alla tavola delle famiglie più modeste, aromatizzata con erba di prima falciatura, tuttavia il risultato di questo piatto, chiamato ''Fenalar'', accompagnato da birra fatta in casa, fu ottimo.
Babette era diventata una di loro, il suo talento in cucina e la sua profonda gratitudine le avevano permesso di cucinare piatti che scaldavano i cuori dei suoi commensali e che rinsaldarono i loro rapporti. 
La donna utilizzò i suoi diecimila franchi per la preparazione del pranzo e per un viaggio a Parigi, da dove, dopo breve tempo, tornò a Berlevaag, ai piedi di quelle meravigliose montagne e tra quella gente così ospitale, che era diventata la sua gente.

Yanitsa Shtereva IVB
Michele Brignolo IVB
Alessandro Novali IVSA

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