
Mattia Pascal, l’uomo che possiamo definire dai “due volti”, è il protagonista di
questa stravagante storia presentataci dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel corso
del libro vengono narrate le vicende della vita di Mattia che rappresentano il percorso di trasformazione del protagonista: da l'uomo non soddisfatto della propria vita e costretto a viverla seguendo le
regole altrui, a l'individuo che ha preso le redini della propria esistenza ed è riuscito a superare
addirittura la morte. Alla fine
però anch'essa gli si rivolta contro, lasciandolo da solo, con l’unica compagnia
a cui potesse aspirare: quella dei libri polverosi.
Questo
libro ci è stato fatto leggere dalla nostra professoressa di lettere, ma in
tutta sincerità non l’avrei neanche aperto se avessi dovuto leggerlo per conto
mio, come gli studenti alle volte fanno.
In realtà mi sono dovuta ricredere sul suo conto: sia le varie vicende,
scaturite da un'immaginazione davvero straordinaria, che ti trasportano pagina
dopo pagina in qualcosa che non si può neanche cercare di prevedere, sia i
personaggi che, descritti nel loro semplice aspetto, nascondono in realtà un
grande tormento interiore, mi hanno davvero catturata e credo possano farlo
anche con la maggior parte della nostra generazione.
Vi chiederete il perché, suppongo…. Credo che questo libro, ritenuto un classico, possa essere considerato ancora contemporaneo sia per la modalità di scrittura dell’autore, non troppo intricata, ma non per questo meno coinvolgente, sia per come le persone, soprattutto i giovani, si potrebbero immedesimare nei personaggi. Prendendo spunto dalle vicende, possiamo fare un confronto tra quando Mattia decide di non prendere il treno che lo avrebbe riportato alla sua vecchia esistenza e l’impulso dei giovani di allontanarsi da tutto e da tutti: entrambi pensano che la propria vita sia sbagliata e sono portati a credere che l’unica soluzione sia scappare dai problemi e lasciare tutto. In questo modo si evitano le responsabilità, ma allo stesso tempo si rischia di rimanere isolati, senza avere nessun appoggio dalle persone che più stanno a cuore.
Vi chiederete il perché, suppongo…. Credo che questo libro, ritenuto un classico, possa essere considerato ancora contemporaneo sia per la modalità di scrittura dell’autore, non troppo intricata, ma non per questo meno coinvolgente, sia per come le persone, soprattutto i giovani, si potrebbero immedesimare nei personaggi. Prendendo spunto dalle vicende, possiamo fare un confronto tra quando Mattia decide di non prendere il treno che lo avrebbe riportato alla sua vecchia esistenza e l’impulso dei giovani di allontanarsi da tutto e da tutti: entrambi pensano che la propria vita sia sbagliata e sono portati a credere che l’unica soluzione sia scappare dai problemi e lasciare tutto. In questo modo si evitano le responsabilità, ma allo stesso tempo si rischia di rimanere isolati, senza avere nessun appoggio dalle persone che più stanno a cuore.
Da
questo esempio possiamo comprendere quanto il tema dell’estraniazione dalla realtà
sia ricorrente in tutti i tempi e non solo oggi, tempo in cui si vive una vita frenetica a causa della
grande quantità di impegni quotidiani, ma anche quando non esistevano
tecnologie e social network.
Consiglio
di leggere i libri anche quandovengono suggeriti o magari imposti dai professori non con svogliatezza, ma con spirito critico,
perché non si dovrebbe mai giudicare un libro dalla copertina!
Alessia Rolla, 4°B
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