martedì 8 giugno 2021

A tutti i poeti "scomodi" che parlano d'amore...


Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l'anima c'era della meretrice
della santa della sanguinaria e dell'ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto una isterica.

A tutti i lettori del blog, a chi studia poesie per obbligo, a chi si perde tra i versi.

Alda Merini

Alda Merini è nata "il ventuno a primavera" (21 marzo) nel 1931, in una modesta famiglia piegata dai dolori della guerra. Inizia a scrivere all'età di 15 anni presentando già una profonda sensibilità e lucidità. Diventa poi moglie e madre ma soprattutto viene definita "folle" agli occhi della società. Dal 1947 iniziano i vari e dolorosissimi internamenti nei manicomi. Per la poetessa questi saranno gli anni più bui e dolorosi ma anche il mezzo per decifrare l'esistenza umana con più lucidità e per tornare a scrivere d'amore, di malinconia, di poesia, di vita.

Ciò che più mi ha colpito di Alda Merini, oltre alla sua ironica e lucida visione della vita, è il suo trovare nella poesia il senso dell'esistenza stessa. Per Alda Merini la poesia non è stata solo un passatempo, un lavoro o uno sfogo, bensì il riscatto sociale e uno strumento di emancipazione. 

La mia poesia è alacre come il fuoco,
trascorre tra le mie dita come un rosario.
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnananna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere, 
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.

Spero che, proprio come Alda Merini, tutti noi studenti e studentesse possiamo fare delle nostre passioni e dei nostri talenti uno strumento di affermazione, affinché i sogni più grandi, quelli più impossibili, quelli più profondi, possano realizzarsi. 

                                                Silvia Marengo



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