martedì 7 aprile 2020

Piccole gioie nella tragedia

Sono giorni molto strani che nessuno credeva mai di vivere. Quando sentivamo dal telegiornale le stragi che stavano avvenendo a Wuhan, pensavamo con molta indifferenza e poca lungimiranza che, in fondo, si trovavano a migliaia di chilometri e un virus del genere non sarebbe mai arrivato qui. Invece la nostra cieca sicurezza e la grande capacità che abbiamo nel considerare distanti gli aspetti più negativi si è scontrata con la realtà dei fatti. Com'era prevedibile il virus è arrivato e com'era altrettanto prevedibile la popolazione, prima di capire l'importanza dell'evento, ha trascorso qualche settimana credendo di trovarsi in vacanza e andando tranquillamente a fare shopping o a sciare in montagna. Dopo questa “fase transitoria” siamo entrati nella vera quarantena, ossia quell'isolamento monotono e logorante che ti porta a non poter più distinguere un giorno da un altro. Al di là della noia e della monotonia che pervadono le nostre giornate e con le quali, temo, dovremo avere a che fare ancora per un po', credo che quando questo evento sarà terminato ci saranno delle enormi conseguenze sotto molti punti di vista. Soprattutto a livello psicologico e sociale, penso che le persone cercheranno presto di dimenticare; come è avvenuto nei periodi immediatamente successivi alle due Guerre mondiali, la gente ha cercato sbagliando, di dimenticare i fatti più atroci. Credo anche, però, che appena potremo tornare alla vita quotidiana riscopriremo la bellezza delle piccole cose che nella frenesia di tutti i giorni sono andate un po' perse. Quindi credo sia utile in questi giorni monotoni e dolorosi pensare che anche eventi così terribili, una volta finiti, possono portare a dei momenti di ancor più grande felicità e gioia.


Davide Piccinino V B

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