sabato 7 settembre 2019

Commento su "Il fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello

"Il fu Mattia Pascal",scritto da Luigi Pirandello, è la storia dell'omonimo protagonista, il quale conduce una vita abbastanza turbolenta a Miragno,un immaginario paese ligure. Mattia perde il padre a soli 4 anni e ciò porta Gianbattista Malagna, un suo vecchio amico, a diventare amministratore dei beni della famiglia Pascal. Mattia vive la sua infanzia accanto al suo amico Pomino e viene mandato dalla madre a prendere delle lezioni private da un certo Pinzone, il quale più che educare, divaga spesso sul racconto delle filastrocche. L'avvenimento che cambia le sorti della prima vita di Mattia è quello del fidanzamento con Romilda Pescatore nato in seguito al tentativo di salvare la ragazza dalla relazione voluta dal Malagna. Infatti, Gianbattista era sul punto di mollare Olivia poiché la ragazza non riusciva a dare alla luce un figlio e allora egli aveva trovato in Romilda la donna che poteva esaudire il suo desiderio. Mattia mette incinta Romilda e,dopo una catena di eventi travagliati, inizia la convivenza. I due vivono per un periodo a casa del ragazzo, che deve sopportare la signora Pescatore,sua suocera, e deve mantenere in salute sua madre. Un tragico episodio segna definitivamente l'esistenza del protagonista , che si trova a vedere morire sotto i suoi occhi le due bambine appena nate. Ottiene così 500 lire dal fratello Roberto per il funerale,ma in realtà le usa per emigrare in Francia,dove spende tutto il suo denaro al casinò di Montecarlo. Stranamente,vince molte volte e quindi pensa di tornare a Miragno da benestante. Mentre viaggia su un treno, legge da un giornale la notizia che a Miragno è stato trovato un cadavere che tutti hanno creduto essere quello di Mattia. Per questo motivo, Mattia "muore" e nasce Adriano Meis, un personaggio la cui storia viene costruita in modo fantasioso e forzato. Adriano, essendo un'invenzione di Mattia, non esiste per lo Stato e ciò lo porta a viaggiare per un periodo, fino a quando non approda a Roma. Nella "Città eterna" affitta un alloggio da un signore chiamato Anselmo Paleari,  padre di Adriana, una ragazza di cui Adriano si innamora. Anselmo è una figura strana che sembra credere al paranormale ed è solito,per questo motivo, a indire delle sedute spiritiche. Adriano si trova ostacolato da Terenzio Papiano che non vuole il fidanzamento dell'ospite con Adriana. Durante la seduta spiritica nella quale viene evocato lo spirito di Max, il fratello di Terenzio,Scipione, ruba dodicimila lire ad Adriano. Quei soldi servivano per pagare il conto dell'operazione all'occhio che il protagonista aveva fatto per curare lo strabismo. Adriana, che sa chi ha rubato i soldi, invita Adriano a denunciare Scipione ma dato che la legge non lo può tutelare, egli le fa credere di aver ritrovato i soldi e,in una notte, simula un suicidio presso il ponte Margherita, facendo quindi credere di essersi buttato nelle acque del Tevere. Dopo la sua seconda morte, egli rinasce nella persona di "Il fu Mattia Pascal" e torna in Liguria,dove vive gli ultimi anni della sua effettiva vita.
Il romanzo affronta il tema dell'identità e della "maschera",ambedue presenti nell'altro grande romanzo di Pirandello "Uno,Nessuno,Centomila".Mattia ,apparentemente aiutato dal fato, sbaglia a non denunciare quella che possiamo definire la sua prima morte ma, se vogliamo trovare il punto in cui tutto è cambiato, dobbiamo tornare all'episodio delle 500 lire. Infatti, se quei soldi fossero stati usati per il funerale, tutte le presunte morti non ci sarebbero state. Subentra quindi il tema del destino nelle vicende del protagonista, il quale non è accusabile di aver sbagliato le varie scelte, bensì è condannabile per non essere stato lungimirante. Mattia sapeva certamente che la fittizia identità lo avrebbe portato a vivere peggio di quanto facesse prima ma, nonostante ciò, ha accettato il compromesso. Dalla vicenda del protagonista si potrebbe trarre una tesi sull'uomo: il non accontentarsi mai di ciò che si ha (e di quello che si è). Mattia ha sempre cercato di essere in una condizione migliore durante il libro ma alla fine tutto questo piano si è rivelato vano. In questo senso, il classico di Pirandello è universale, dal momento che tutti gli uomini sono sempre attratti da qualcosa di più affascinante rispetto a quello che si possiede o si è.

Formiglio Lorenzo 4SA

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