martedì 27 agosto 2019

"La casa in collina" di Cesare Pavese




"La casa in collina" di Cesare Pavese, scrittore e critico letterario di Santo Stefano Belbo, fu pubblicato nel '49 ma il primo spunto del racconto venne a Pavese nel '43, mentre infuriava la seconda guerra mondiale.
Il libro narra di un professore di scienze torinese, Corrado, che ogni sera torna dal lavoro a una villetta in collina, per ripararsi dai bombardamenti notturni.
Vive in compagnia di due donne molto premurose, Elvira e sua madre, ma anche del suo cane Belbo.
La sua solitudine conosce una svolta grazie all'incontro con un gruppo di persone che, pur condividendo con lui il "rifugio" della collina, partecipano però vivamente al mondo di fuori: appena possibile essi prenderanno parte alla Resistenza.
Corrado è attirato dalla vitalità e sincerità di quei rifugiati in collina, tuttavia il protagonista non riesce a superare il proprio scetticismo e le sue chiusure.
Nell'osteria alle "Fontane" frequentata dai partigiani rivede Cate, da lui un tempo amata; il figlio di lei, Dino, potrebbe essere suo figlio, benché Cate lo neghi.
Quando il figlio decide di unirsi ai partigiani, scappando dal collegio di Chieri, Corrado sceglie la fuga verso le Langhe, il suo paese d'origine.
Passando in treno ad Asti e poi camminando per le colline l'uomo viene fermato da due partigiani armati; fortunatamente conosceva il capo Giorgi che lo lasciò passare e tornò a casa dai suoi cari.
Per lui è stato un viaggio carico di sofferenza e nelle sue riflessioni si fa strada un nuovo pensiero; che non esistono ragioni storiche per giustificare gli orrori della guerra, e che essa non fa altro che mettere in risalto la debolezza dell'uomo.
Pavese affronta tre grandi tematiche : il dolore causato dalla guerra, che porta all'apatia dello stesso protagonista che abbandona il suo ipotetico figlio Dino al suo destino; il coraggio con cui gli amici di Corrado cercano di affrontare la realtà e la solitudine.

Alessandro Novali   5SA

11 commenti:

  1. Cesare Pavese, nato a Santo Stefano Belbo nelle Langhe, divenne uno degli autori più famosi del Piemonte prima della morte a soli 43 anni per suicidio.
    Tra il 1947 e 1948 si dedica ad una serie di opere narrative, tra cui “La casa in collina”.
    Il periodo storico nel quale è ambientato il romanzo è quello della Seconda Guerra Mondiale, più precisamente l’estate del 1943.
    Questo libro è narrato in prima persona ed il protagonista, Corrado, è un professore che, allo scoppio della guerra, invece di partecipare attivamente alla resistenza, si rifugia in una casa di campagna fuori dalla città.
    Lì inizia a frequentare un’osteria, gestita da Caterina (Cate) , che vive in campagna con un figlio di nome Dino.
    Il protagonista, non sapendo nulla del padre del ragazzo, inizia ad insospettirsi che possa essere suo figlio sia per il periodo di frequentazione che ha avuto con la ragazza, corrispondente a quello immediatamente precedente al parto, sia per aver scoperto che il vero nome del ragazzo fosse , proprio come lui.
    Questo sospetto rimarrà tale in quanto il professore non approfondisce ulteriormente la storia e qui emerge l’aspetto della personalità del protagonista priva di risolutezza.
    Iniziò cosi a provare una forte simpatia per il giovane tanto da occuparsene e portarlo spesso con lui.
    In questa campagna dove si vive una vita serena, al contrario della città dove avvengono cose terribili , sembra quasi che Corrado resti estraneo alla realtà e si trovi a suo agio in questo mondo fatto di piccole azioni e di abitudini .
    La frequentazione di Caterina lo porta a domandarsi se abbia ancora un’attrazione verso di lei, ma anche questo è un nodo che non sa sciogliere e qui emerge nuovamente la sua personalità indecisa e insicura.
    Questa vita apparentemente un po' monotona e tranquilla viene però tragicamente turbata da un evento terribile: c’è una retata di nazifascisti nell'osteria gestita da Cate poiché si sospetta che lei e alcuni clienti abbiano dei legami con i partigiani.
    La ragazza, insieme ad alcuni clienti dell'osteria, viene arrestata mentre Dino riesce a sfuggire in quanto era andato con Corrado in città.
    A questo punto il Protagonista, pur di non lasciare solo il ragazzo, lo porta con sé in un convento a Chieri ma quest’ultimo, non sopportando l’eccessiva protezione, scappa per arruolarsi : questo coraggio in Corrado non ci sarà mai.
    Il libro si conclude con una serie di interrogazioni che Corrado fa sulle sue scelte, sul colpevolizzarsi per la sua mancanza di impegno, su alcune riflessioni anche di tipo filosofico (sul senso della vita, sul senso dell'impegno nella società) senza però trovare una soluzione definitiva.
    L’autore trasmette al lettore il totale disimpegno del protagonista verso la guerra,
    soffermandosi , in tutte queste vicende, ad una sorta di meditazione sul significato della guerra e della vita.
    Il ritorno fra le sue colline, infatti, non serve a rassicurarlo e neppure le motivazioni politiche non bastano a giustificargli tutto l’orrore che la guerra provoca.
    Segue l’idea che alla fine la guerra diventi uno stato mentale, che non si riesce a superare e che quindi diventa una sorta di stato perenne. Il senso della guerra, secondo Corrado, è noto solo ai morti stessi (..“forse lo sanno unicamente morti e soltanto per loro la guerra è finita davvero”..).

    Filippo Lupo – IV SA

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  2. "La casa in collina" di Cesare Pavese

    Il romanzo, ambientato nelle campagne piemontesi durante la seconda guerra mondiale, racconta di Corrado, un professore di scienze torinese, che per sfuggire ai pericoli della città ogni sera si rifugia in una villetta di campagna.
    In campagna trova sempre ad accoglierlo il suo cane Belbo con la signora Elvira e sua madre con cui condivide la casa.
    Per combattere la noia della campagna inizia a frequentare una vecchia osteria dove incontra nuovamente, Cate una sua vecchia amante che però ora ha un figlio di nome Corrado, soprannominato Dino, che ricordandogli lui stesso da piccolo e per la sua età sospetta sia suo figlio nonostante Cate neghi del tutto la possibilità che lo sia. Corrado, al contrario di Cate e dei suoi nuovi amici conosciuti all'osteria, vive indifferentemente la guerra non schierandosi per nessuno e trascorre le sue giornate girando per i boschi con Dino per poi ritrovarsi la sera all'osteria con Cate.
    Le sue giornate in collina procedono tranquillamente quando una retata dei fascisti, a seguito dell'armistizio avvenuto poco tempo prima, cattura Cate e tutti i frequentatori dell'osteria, solo Corrado e Dino riescono a salvarsi e capendo di essere in pericolo Corrado decide di partire per il collegio di Chieri,dove poco tempo dopo lo raggiungerà anche Dino.
    Nel collegio Corrado lavora come insegnante per qualche tempo. Dopo un po' però Corrado non si sente al sicuro nemmeno lì e decide di tornare a casa di Elvira e sua madre; mentre Corrado lascia il collegio Dino decide di partire e unirsi alla resistenza.
    Dopo poco tempo trascorso casa di Elvira, Corrado decide nuovamente di partire per il collegio ma una lettera dei genitori lo convince a tornare da loro nel suo paese natale. Tornando a casa attraversa le colline piemontesi incontrando anche alcune zone di battaglia che lo porteranno a riflettere sul senso della guerra giungendo alla conclusione della sua inutilità e che non ci siano ideali abbastanza grandi da giustificarne gli orrori.

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  3. La guerra, l’egoismo, la responsabilità sono alcuni dei temi analizzati da Pavese ne “La casa in collina”, pubblicato nel 1948.

    Simbolo della crisi di un’intera generazione, il romanzo esplora tematiche molto complesse quali la solitudine, la responsabilità di fronte alla storia e l’importanza dei propri interessi in rapporto a quest’ultima. Il protagonista, intimorito dalla violenza del conflitto, preferirà prenderne le distanze rifugiandosi prima nella propria casa, simbolo di sicurezza e chiusura verso il mondo esterno, e, in seguito, in un santuario. Ciò sarà fonte per lui di grandi rimorsi, che si acuiranno ulteriormente durante la sua permanenza al collegio.

    Paura e dolore i leitmotiv de “La casa in collina”, libro fondamentale per la letteratura della resistenza, nel quale prendono forma molti degli elementi che costituiranno la crisi esistenziale di Pavese, che lo porterà a porre precocemente fine alla sua vita.

    Il testo offe una chiave di lettura del tutto nuova per comprendere appieno cosa significò la guerra per i cittadini, tutto il dolore, i rimorsi, l’angoscia vissuti, emancipandosi dai soliti romanzi sulla resistenza per proporre un approccio meno storico e più intimo e umano alle tragedie accadute. Consiglio vivamente la lettura a tutti, specialmente a chi sia curioso di comprendere meglio i risvolti esistenziali della guerra sulle persone.

    Alberto Barbirato

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  4. Nel romanzo è presente il tema della solitudine e dell’impossibilità di partecipare alla storia.La conclusione del romanzo appare come un esame di coscienza del protagonista che osserva l’insensata sofferenza della guerra senza prenderne parte attivamente.Corrado quindi da un lato comprende la dolorosa condizione umana, ma dall’altro si rammarica della propria impotenza di fronte alla guerra.L’ambientazione del romanzo ovvero la seconda guerra mondiale mi è piaciuta ma la vicenda lo trovata un po’ pesante da leggere perché l’autore è molto descrittivo.

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  5. Il titolo dell’opera sintetizza il ruolo che ha la “collina” per il protagonista, la collina è considerata da lui una casa, ovvero un rifugio lontano dal male più grande, la Guerra. Il pensare la collina come nascondiglio dai tedeschi è un pensiero illusorio del protagonista che in un punto della narrazione arriva ad affrontare la realtà delle cose, ovvero le morti e gli attacchi che sono arrivati anche sulle colline torinesi. Il romanzo mi ha colpito per il modo in cui Cesare Pavese attraverso gli occhi di Corrado, un uomo solitario e schivo, riesca a trasmette al lettore la vita di un “fuggitivo di guerra”, inizialmente Corrado fugge dal pensiero della guerra mentre arriva un punto nella storia in cui il protagonista è obbligato a scappare fisicamente dagli attacchi tedeschi. La narrazione dei fatti è svolta in prima persona, infatti è lo stesso Corrado ad essere il narratore della storia. Infine è possibile notare come Cesare Pavese, l’autore del romanzo, riviva il suo passato e i suoi ricordi delle colline piemontesi attraverso la vita e lo sguardo di Corrado.

    Giovanni Cione, V SA

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  6. "La casa in collina" è stato ,per me, un libro difficile da terminare,poiché ritengo che il modo in cui Pavese racconta la guerra sia monotono,nonostante rimanga molto realistico. Un'altra osservazione personale, dettata da miei gusti letterari, è che Pavese descrive troppo minuziosamente la natura, quando magari per rendere più curiosa e attraente la lettura,egli poteva concentrarsi maggiormente sulle vicende dei protagonisti. Tuttavia, ho rintracciato anche dei punti positivi: mi è piaciuta molto la figura di Dino,un ragazzino nato probabilmente nel momento sbagliato ma che ,nonostante tutto, dimostra certamente più volontà e determinazione rispetto a Corrado, il quale mi sembra sia un personaggio abbastanza superficiale e passivo nella vita della sua società,come dimostra il fatto che viva su una collina e ami starsene in disparte,lasciando le decisioni più importanti agli altri. Egli sembra risvegliarsi al termine del romanzo, quando tornando a casa vede i corpi delle persone che hanno combattuto e sono morte anche per salvare lui.

    Formiglio Lorenzo VSA

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  7. La guerra, l’egoismo, la solitudine sono solo alcuni dei numerosi temi analizzati da Pavese ne “La casa in collina”, pubblicato nel 1948.
    Il libro segue le vicende del giovane professore Corrado nei travagliati mesi che precedono e seguono l’8 settembre 1943, la cui vita sarà inevitabilmente coinvolta, suo malgrado, nella guerriglia partigiana contro le forze fasciste.
    Simbolo della crisi di un’intera generazione, il romanzo esplora tematiche molto delicate, tra le quali la solitudine, la responsabilità di fronte alla storia e l’importanza dei propri interessi in rapporto a quest’ultima. Il protagonista, intimorito dalla violenza del conflitto, preferirà prenderne le distanze rifugiandosi prima nella propria casa, simbolo di sicurezza e chiusura verso il mondo esterno, e, in seguito, in un santuario. Ciò sarà fonte per lui di grandi rimorsi, che si acuiranno ulteriormente durante la sua permanenza al collegio.
    Paura e dolore i leitmotiv de “La casa in collina”, libro fondamentale per la letteratura della resistenza, nel quale prendono già forma molti degli elementi che costituiranno la crisi esistenziale di Pavese, a causa della quale porrà precocemente fine alla sua vita.
    Il testo offe una chiave di lettura del tutto nuova per comprendere appieno cosa significò la guerra per i cittadini, tutto il dolore, i rimorsi, l’angoscia vissuti, emancipandosi dagli altri romanzi sulla resistenza per proporre un approccio meno storico e più intimo e umano alle tragedie accadute. Consiglio vivamente la lettura a tutti, specialmente a chi sia curioso di scoprire, o approfondire, i risvolti esistenziali della guerra sulle persone.
    Alberto Barbirato

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  8. Il titolo “La casa in collina” è sinonimo di grembo materno, nido in cui Corrado si rifugia per sfuggire agli agguati della sempre più violenta vita della Seconda Guerra Mondiale. Pavese non si sofferma solo su questo, ma prende in stretta analisi la vita di questo personaggio, caratterizzata dai suoi cambi d’umore e dalla sua indifferenza nei confronti dei valori essenziali di quell’epoca, ossia la difesa dei propri ideali e la lotta per il proprio paese. Le vicende, ambientate nelle nostre colline rendono certamente il racconto più allettante ai nostri occhi: l’immaginazione di essere capitati al posto del protagonista, permette di realizzare tutti i luoghi descritti da Pavese ripercorrendoli nella mente. Corrado è come se si trovasse in un limbo temporale, protetto dalle colline, ma ben presto i problemi raggiungeranno anche lui, dati dalla Guerra ma non solo, anche personali. Questo testo vuole essere uno dei classici del periodo della Resistenza, ma racchiude molto di più: un protagonista forte, caratterizzato da difetti quale l’indifferenza e l’egoismo riguardo la Guerra ma soprattutto verso gli altri, capace però di introdurre delle riflessioni esistenziali che rendono il libro ancora più gustabile pagina per pagina.

    Irene Zanirato V SA

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  9. Nonostante il libro di Pavese possa sembrare a prima vista complicato e noioso a tratti, ho apprezzato molto l' opera. "La casa in collina" può essere considerato una chiara testimonianza degli orrori che si sono verificati durante la seconda Guerra mondiale. L' autore, oltre a descrivere gli eventi, quali bombardamenti oppure arresti, si sofferma anche sugli stati d' animo delle persone nelle diverse fasi della guerra come la caduta di Mussolini o la firma dell' armistizio l' 8 settembre 1943. A differenza degli altri protagonisti di libri riguardanti la seconda Guerra mondiale o la Resistenza, Corrado rappresenta il comune essere umano che ha paura della guerra, si considera incapace di cambiare il corso degli eventi e per sopravvivere farebbe di tutto. Questo secondo me è chiaro già dalle prime pagine del romanzo attraverso il passo qui riportato:


    -Non sei mica fascista?- mi disse.
    Era seria e rideva. Le presi la mano e sbuffai. -Lo siamo tutti, cara Cate,- dissi piano. -Se non lo fossimo dovremmo rivoltarci, tirare le bombe, rischiare la pelle. Chi lascia fare e s' accontenta, è già fascista.

    Nel libro vengono affrontati diversi temi: dapprima quello della guerra, che getta tutti nello sconforto; il secondo tema è quello del coraggio degli amici di Corrado che provano a reagire e a cambiare le sorti di questa cruda realtà; infine vi è il tema della solitudine, della paura,e della conseguente voglia di fuggire.


    Alessandro Accornero V SA

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  10. Pavese affronta e descrive il tema della guerra come causa del cambiamento psicologico delle persone, tra cui Corrado che cade nello sconforto, e talvolta nell’apatia, con l’ incontrollabile voglia di fuggire dal nemico, al contrario dei suoi amici che cercano coraggiosamente di reagire alla terribile situazione dell’Italia durante la seconda guerra mondiale.
    Il titolo del romanzo riesce a contestualizzare, secondo me, in maniera rapida e coincisa la vicenda narrata: la casa è il luogo di riparo e sicurezza così come la collina lo è per il protagonista, dove egli si rifugia per sfuggire ai bombardamenti.
    Il libro personalmente mi è piaciuto perchè indaga e descrive le reazioni, tipicamente umane, che ha avuto Corrado e che probabilmente ha avuto l' autore.
    Tommaso Albertazzi

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  11. Il protagonista del libro "La casa in collina" é Corrado, una persona molto chiusa e amante della solitudine ma in un certo senso anche debole. L'unico che gli resterà sempre accanto sarà il suo cane Belbo; nonostante la sua solitudine si affeziona a Dino, che vede come suo figlio, e vorrà capire se davvero lo sia ma non lo scoprirà mai. Il romanzo descrive bene l'atmosfera della guerra vista da un personaggio che ne prova paura ma anche rifiuto. Questo libro non mi ha appassionato come i precedenti perché l'ho trovato pesante, sicuramente anche per via del tema trattato, e non mi ha preso molto. Nonostante ciò penso comunque che sia scritto molto bene, anche perché l'autore é un grande della letteratura italiana del Novecento.

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